Diocesi: San Miniato, ingresso del vescovo Paccosi. Card. Betori, “sono certo che servirai questo popolo di Dio con dedizione e intelligenza”

“Negli anni più recenti ho potuto averti accanto come vicario episcopale, collaboratore prezioso e caro amico. Sono lieto oggi di averti introdotto nell’assumere la guida pastorale del popolo di Dio che è San Miniato, affidato a te da Papa Francesco. Sono certo che lo servirai con la stessa dedizione e intelligenza”. Lo ha affermato ieri il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e presidente della Conferenza episcopale della Toscana, rivolgendosi a mons. Giovanni Paccosi in occasione dell’inizio del ministero episcopale nella diocesi di San Miniato.
“Ho avuto il dono di averti conosciuto come operoso sacerdote del clero fiorentino e di averti accompagnato nei servizi pastorali che ti sono stati affidati in Perù e poi a Firenze negli ultimi quindici anni, ammirando la tua preparazione dottrinale, la tua generosa dedizione, la tua capacità di stabilire relazioni e costruire comunità. In particolare, caro don Giovanni, ho apprezzato il tuo spenderti con passione e impegno per la formazione delle nuove generazioni”, ha ricordato il porporato, sottolineando che “il compito educativo è particolarmente urgente in questo nostro tempo, un compito a cui tutti siamo chiamati per trasmettere valori e modelli di vita buona che contrastino ogni forma di violenza, fisica o verbale. Solo l’impegno educativo può far crescere nel rispetto dell’altro come persona e nella convivenza sociale in vista del bene comune”.
Betori ha poi richiamato il motto episcopale “Venite et videte” scelto da mons. Paccosi: una frase – ha spiegato il cardinale – che indica “lo spirito con cui ti accingi a vivere il tuo impegno di vescovo: fare dell’incontro con il Signore lo scopo di ogni indicazione pastorale che offrirai alla tua gente”. “A questo fine – ha proseguito – introdurrai il tuo popolo ai luoghi che il Signore ci ha donato come sua presenza tra noi: la parola di Dio, la vita sacramentale, l’esperienza della comunione, il volto dei fratelli e delle sorelle, specialmente dei più poveri. Questo è la Chiesa: fraternità offerta al mondo, segno di Cristo nella storia. Possa il tuo ministero nutrirsi ogni giorno dell’incontro con Cristo e possa quindi offrirsi a tutti come spazio di incontro con lui”. “L’augurio e l’invocazione finale – ha concluso Betori – è che tu possa sperimentare quanto viene suggerito nelle intercessioni della Liturgia delle Ore: ‘Padre santo, che ci hai dato il tuo Figlio, come pastore e guida delle nostre anime, assisti i pastori e le comunità che hai loro affidate, perché non manchi al gregge la sollecitudine del pastore e al pastore la docilità del suo gregge’”.

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