Diocesi: mons. Parisi (Lamezia Terme) a Mariagrazia Fragale, alfiere della Repubblica, “sa coniugare fede e vita quotidiana tracciando la strada della carità attiva”

Foto diocesi Lamezia Terme

“È questo l’impegno del cristiano, di ogni cristiano piccolo o grande che sia. È l’impegno del cristiano-cittadino che in quanto tale riesce a coniugare fede e vita quotidiana”. Lo ha detto il vescovo di Lamezia Terme Serafino Parisi, incontrando Mariagrazia Fragale, insignita dell’onorificenza di Alfiere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella al Quirinale. “Solo attraverso un autentico ‘umanesimo cristiano’ è possibile auspicare un cambiamento e una trasformazione della società e della sua dimensione umana che ha bisogno continuamente di essere vivificata e umanizzata dalla ‘carità di Cristo’ – ha proseguito il vescovo dopo aver sentito le testimonianze sul suo impegno –. Ed è ciò che Mariagrazia ha inteso fare attraverso i talenti di cui è dotata mettendoli a disposizione di chi vede in difficoltà e di chi ha bisogno di capire che tra fede e quotidianità non c’è dicotomia”. Congratulandosi con Mariagrazia, il presule l’ha ringraziata per la sua testimonianza incoraggiandola a continuare, ad andare avanti e, come un alfiere, a tracciare la strada della ‘carità attiva’ perché anche altri facciano altrettanto”.
Don Antonio Fiozzo, parroco e rettore del santuario diocesano San Giovanni Paolo II, ha delineato i tratti della personalità umile, discreta e altruista di Mariagrazia, fornendo, in sintesi, anche le varie fasi del suo percorso di crescita nella fede e di impegno nella comunità parrocchiale come animatrice ed educatrice dei piccoli, e poi nell’aiuto offerto agli ospiti ucraini nell’apprendimento della lingua italiana. “Mariagrazia Fragale – ha detto don Antonio – è una ragazza che se pur giovanissima ha uno spiccato, nonché raro, senso sapiente della vita che sa esprimere nel servizio alla persona umana”. “Grazie allo spirito cristiano che la anima, condivide tutto ciò che è e che ha aiutando la crescita dei piccoli e dei ragazzi sia nell’ambito scolastico che catechistico. Nell’ambito scolastico: oltre all’impegno ordinario, in questi mesi estivi si è spesa nell’aiutare i rifugiati di guerra provenienti dall’Ucraina e ospiti in casa canonica a imparare la lingua italiana. In quello catechistico: il messaggio evangelico e i principi valoriali in esso contenuti, non vengono semplicemente ‘impartiti/insegnati’ ma trasmessi in modalità diverse e coinvolgenti come: la recitazione, il canto, la musica e i giochi istruttivi”, ha concluso il sacerdote.

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