Ucraina: Meloni a Kiev, “l’Italia non intende tentennare”. “Nessuna pace ingiusta può essere vera pace”

“Sono particolarmente contenta di essere qui. Ho fortemente voluto essere qui in una delle mie prime missioni bilaterali a pochi mesi dall’avvio del nuovo Governo. Ho voluto farlo per ribadire il pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina di fronte all’aggressione russa, per ribadire che l’Italia non intende tentennare in questa vicenda. E non lo farà”. Lo ha detto il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, incontrando la stampa, a Kiev, con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.
“Siamo quasi – ha proseguito il premier – ad un anno dal giorno che ha portato indietro le lancette della storia d’Europa di qualche decennio. L’invasione che è iniziata lo scorso 24 febbraio nella mente di chi la muoveva doveva durare lo spazio di qualche giorno ma le cose non sono andate come ci si aspettava” perché “è stata sottovalutata l’eroica reazione di un popolo disposto a fare tutto ciò che va fatto per difendere la propria libertà, sovranità, identità”. “Mi ha ricordato la nascita dello Stato italiano”, ha proseguito il presidente del Consiglio. “Con il Risorgimento l’Italia dimostrò di essere una Nazione. È un po’ simile a ciò che a voi accade oggi”, ha continuato rivolgendosi a Zelensky. Secondo Meloni, “al cospetto del mondo l’Ucraina ha già vinto la sua battaglia per rivendicare la propria identità”. “Il prezzo che l’Ucraina sta pagando – ha commentato – è molto alto, l’abbiamo visto stamattina recandoci a Bucha e a Irpin”. “Qui c’è in gioco la vita e la morte delle persone, e di fronte a questo è impossibile girarsi dall’altra parte e sarebbe molto stupido farlo”. “Qui – ha aggiunto – c’è un popolo aggredito, gli interessi ucraini coincidono con gli interessi dell’Europa. Le sorti dell’Ue e delle democrazie occidentali passano anche per la vittoria dell’Ucraina di fronte a chi vuole calpestare il diritto internazionale con la forza”. Meloni ha sottolineato l’importanza di “immaginare strade per la soluzione del conflitto” perché “tutti vogliamo la pace” ma “nessuna pace ingiusta per l’Ucraina può essere vera pace. Nessuna pace che preveda la resa degli ucraini può essere vera pace, sarebbe un’invasione. E l’invasione non è pace”. Per il premier, “una sconfitta dell’Ucraina altro non rappresenterebbe che il preludio alla possibile invasione di altri Stati europei”. Per questo, “chi sostiene l’ucraina anche militarmente è chi lavora per la pace. Ed è quello che facciamo noi ogni giorno”.

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