Cile: vescovi su nuova Costituzione e referendum del 17 dicembre, “non ci sono obiezioni etiche determinanti. Ci possono essere valutazioni diverse e scegliere in coscienza”

(Foto: Cech)

Con un nuovo pronunciamento, il secondo nell’ultima settimana, in questo caso tutto dedicato all’imminente appuntamento elettorale, la Conferenza episcopale del Cile prende posizione sul referendum costituzionale del prossimo 17 dicembre, mediante il quale i cittadini si pronunceranno sulla nuova proposta di Costituzione.
Il documento, diffuso ieri, frutto del dialogo dei vescovi riuniti la scorsa settimana nella loro 128ª Assemblea plenaria, sottolinea il valore della democrazia e la necessità di una partecipazione informata di tutti al processo costituzionale. Viene auspicato il il superamento della crisi politica e sociale attraverso il dialogo, gli accordi e le legittime rinunce per raggiungere il bene comune. “È chiaro che un testo costituzionale non risolverà immediatamente le difficoltà che stiamo vivendo oggi, ma qualunque sia l’esito del prossimo plebiscito, dobbiamo essere più determinati ad andare avanti insieme, affrontando con urgenza le urgenti sfide sociali e politiche che il Cile deve affrontare, al di là delle nostre legittime differenze e pluralità di vedute”, sottolineano i vescovi, che, di conseguenza, invitano a scegliere “in coscienza”.
L’obiettivo è quello di “illuminare il discernimento di ogni cittadino”, non a partire da un’opinione tecnico-giuridica o politico-partitica, ma dai principi e dai valori della Dottrina sociale della Chiesa, fondata sulla Parola di Dio: “I suoi principi essenziali sono: il rispetto della dignità della persona umana, il primato del bene comune, la sussidiarietà e la solidarietà; mentre i suoi valori fondamentali sono: la verità, la libertà, la giustizia, la pace e la carità”.
Da qui, i vescovi sottolineano che, “a partire da questi principi e valori, non osserviamo alcuna obiezione etica determinante nella proposta costituzionale, il che significa che è legittimo che, di fronte alle soluzioni e alle norme che contiene, ci possano essere posizioni diverse e pluralistiche tra i cittadini”.
Nel documento, si entra, poi nello specifico del nuovo testo. L’episcopato riconosce che la Carta prevede un riconoscimento più esplicito della persona umana dal momento del concepimento e stabilisce “una salvaguardia più rigorosa contro eventuali progetti di legge che cercano di promuovere l’aborto libero”. Per quanto riguarda il sistema sanitario, il giudizio resta aperto e si afferma che “il discernimento di ogni cittadino cercherà di apprezzare la reale capacità di ciò che viene proposto, per integrare, allo stesso tempo, il rispetto della libertà individuale e il principio di solidarietà e arrivare così a un sistema sanitario che permetta a tutti, ma soprattutto ai più poveri e vulnerabili, un reale accesso alle cure necessarie, sia nella salute primaria sia nelle cure più complesse”.
Per quanto riguarda la previdenza sociale, si afferma che “tutti cercheranno di valutare con cognizione di causa se le norme proposte integrano sufficientemente il principio di solidarietà e possono consentire l’accesso a pensioni adeguate, soprattutto per le persone che finora hanno avuto pensioni molto basse e spesso davvero poco dignitose”.

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