Striscia di Gaza: card. Pizzaballa, “crediamo nella pace. È una sfida importante, ma non impossibile”

foto SIR/Marco Calvarese

“La prima cosa che dobbiamo dire, soprattutto noi cristiani, è che noi nella pace crediamo. Per noi la pace è Cristo risorto che è il fondamento della nostra speranza ed della nostra pace. Poi bisogna tradurre questa bella affermazione nella vita concreta, nella realtà del nostro tempo e nelle nostre azioni. È una sfida importante, ma non impossibile, che ha bisogno di tanti testimoni, di tante persone che siano disposte a scommettere e dare anche la loro vita per questo, nel costruire concretamente percorsi possibili d’incontro, di pace e di riconciliazione”. Lo ha affermato il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, intervenuto con un videomessaggio al seminario “L’amicizia come via per costruire la pace della famiglia umana” organizzato oggi dall’Università Lumsa di Roma.
“Sono molto grato di mandarvi i nostri saluti da Gerusalemme e i nostri ringraziamenti innanzitutto per la vostra preghiera, per la vostra vicinanza e anche per la vostra iniziativa”, ha sottolineato il porporato. “Costruire percorsi di pace è importante farlo ovunque”, ha proseguito Pizzaballa: “È importante a Roma, è importante in Italia, in Europa e ancor di più lo è qui dove la pace sembra essere la grande assente di questo tempo e in questa terra”. “Abbiamo bisogno anche noi di costruire percorsi di pace perché questi percorsi in questo momento terribile sono stati bloccati, fermati e distrutti da tanto odio che ha creato situazioni vergognose che dal 7 ottobre hanno creato enormi problemi alla popolazione”, ha evidenziato il cardinale, ribadendo che “in questo momento il mio pensiero va soprattutto ai cristiani di Gaza che sono una piccola comunità, accerchiata però, dove vivono una situazione drammatica”. “A Gaza, come sapete, sono ormai diecimila le vittime e sono tutti civili, tra esse molti bambini e molte donne”, ha ricordato Pizzaballa: “Le infrastrutture totalmente distrutte, le case distrutte. Vivono una situazione di estrema fragilità ed estrema insicurezza”. “Costruire percorsi di pace in questo contesto – ha osservato il patriarca – è assai complesso perché l’odio, il rancore, il risentimento e il desiderio di vendetta, stanno crescendo sempre di più nel cuore di popoli e di persone. Abbiamo bisogno anche d’imparare, quindi attenderemo di avere anche le vostre indicazioni su come costruire, in questo contesto così ferito, la pace”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori