Intelligenza artificiale: Patsch, “non è cosciente e non svilupperà autocoscienza” ma “è urgente una regolamentazione internazionale”

L’intelligenza artificiale (AI) generativa “non è cosciente e non svilupperà autocoscienza (infatti, diversamente da noi, non comprende ciò che dice). Ma questo non significa che non possa essere pericolosa. Essa richiede perciò una continua regolamentazione, che sarà un compito permanente etico, teologico e spirituale nostro, cioè veramente umano”. Questa la tesi del gesuita Ferenc Patsch, professore di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana. In un articolo pubblicato sul quaderno n. 4.162 de La Civiltà Cattolica, in uscita sabato 18 novembre e come di consueto anticipato al Sir. l’autore affronta il tema scottante dell’influenza della cosiddetta “intelligenza artificiale generativa” sulla vita presente e nel prevedibile futuro, concentrandosi in particolare sul word predictor ChatGPT, grande modello linguistico “in grado cioè di generare contenuti di pensiero simili a quelli umani, semplicemente sulla base di un addestramento sulla vasta quantità di informazioni testuali, immagini e suoni presenti”. Disponibile dal 22 novembre 2022, nel giro di cinque giorni un milione di persone si sono iscritte all’applicazione, e in due mesi il numero di utenti ha superato i 100 milioni. Un cambiamento storico, annota Patsch, al quale “ci dobbiamo preparare” perché l’AI cambierà l’economia, la politica, il sistema educativo e il mondo della scienza e, soprattutto, “influenzerà l’intero pensiero umano, ossia ciò che consideriamo ‘reale’ e ‘vero'”. La risposta “non sarà la disperazione, né l’arrendersi, ma il monitoraggio, la riflessione e l’agire in modo responsabile”. Per il teologo occorre elaborare “una risposta responsabile e proattiva”. Urgente “una regolamentazione internazionale”.

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