Diocesi: Vittorio Veneto, domani veglia per la pace presieduta dal vescovo Pizziolo

Si terrà mercoledì 4 gennaio, nella chiesa dei Ss. Martino e Rosa a Conegliano, alle 20.30, la veglia per la pace della diocesi di Vittorio Veneto, dal titolo: “I colori della pace”. Organizzata dalla Pastorale sociale in collaborazione con Caritas Vittorio Veneto, Azione cattolica e Centro missionario diocesano, sarà presieduta dal vescovo Corrado Pizziolo.
“Da un mese in alcune nostre parrocchie, durante il tempo di Avvento, si sta pregando per il dono della pace, ricordando particolarmente la situazione dell’Ucraina: una candela accesa ha accompagnato la preghiera del sabato sera, durante la messa, nelle parrocchie di Salsa, Vidor, San Fior di Sotto, Cordignano, Brugnera, Ceggia”, scrive don Andrea Forest, delegato vescovile Ufficio diocesano per la Pastorale sociale, sul settimanale L’Azione. Il titolo della veglia, spiega, “cerca di evidenziare la bellezza di un mondo dove a dare colore siano la gentilezza, l’amore, la fraternità, e non invece l’odio, il potere e la vendetta. Colori che spetta a ciascuno combinare insieme dentro a scelte di vita armoniche e capaci di pace”. Ospite di eccezione l’artista di strada “Cibo”, nome d’arte di Pier Paolo Spinazzè, originario di Conegliano ma da anni radicato nel veronese. Durante la veglia porterà la sua testimonianza di “writer” a proposito di quella che egli stesso ritiene essere la sua “missione” anti-odio, che cerca di esprimere tramite la street-art. Non mancheranno “una testimonianza sulla situazione dell’Ucraina e dei profughi giunti tra noi: sarà don Yurij Khodan, cappellano degli ucraini cattolici a Vittorio Veneto e Conegliano, a raccontare l’esperienza di questi mesi, dando voce sia a chi fuggiva dalla guerra, sia a quanti nel nostro territorio si sono messi a disposizione per l’accoglienza”.
Farà eco, infine, nelle parole del vescovo Pizziolo, il messaggio che papa Francesco ha indirizzato alla Chiesa in occasione della Giornata mondiale della pace: “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”.

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