Benedetto XVI: card. Zuppi, “convinto che la fede illumina pienamente la ragione, senza subalternità o supponenza”

“Nel nostro tempo di imperante individualismo, ossessionati dall’essere gli unici giudici di noi stessi, finendo poi per essere dipendenti da quelli tarocchi e interessati degli uomini, il Papa emerito Papa Benedetto ci aiuta a sentire l’amore di un padre e ad affidarci in questa e nell’altra vita al Signore Gesù”. Lo ha detto ieri il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella messa di suffragio per il Papa emerito Benedetto XVI celebrata ieri pomeriggio in cattedrale. “Il Papa emerito ha vissuto questa comunione servendola sempre con molto rispetto, gentilezza, e senza alcun aspetto mondano, libero da riduzioni a politica ecclesiastica. Anche per questo – ha precisato – poteva con fermezza indicarne la sporcizia, contrastarla con un affronto rigoroso, sapendone chiedere perdono, scegliendo la giustizia e la misericordia che non ne limita affatto l’esercizio. Ha amato la Chiesa ben consapevole che resta sempre meretrix per la nostra umanità, ma casta perché pienamente di Dio. La sua preoccupazione ultima, come ha indicato nel suo testamento spirituale, e che ha segnato tutta la ricerca di Benedetto XVI, è la difesa della fede, perché resti tale e non assecondi, anche con le migliori intenzioni, la logica del mondo, omologandosi e non dialogando, quindi, credendo così di parlare con i nostri compagni di cammino”. Per il cardinale, “il Papa emerito ha sempre affrontato con serenità l’indispensabile e a volte faticosa ricerca, nella convinzione che la fede illumina pienamente la ragione, senza subalternità o supponenza, e non ne fa a meno”.

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