Papa Francesco: a Syro-Malabar Youth Leaders Conference, “siamo in un tempo segnato dalla cultura ‘liquida’ o addirittura ‘gassosa’”

(Foto Vatican Media/SIR)

“In ogni pellegrinaggio è anzitutto il Signore Gesù che noi cerchiamo, Lui che è la via, la verità e la vita. Vogliamo seguirlo e percorrere il suo cammino, quello dell’amore, l’unica via che conduce alla vita eterna. Non è una strada comoda, ma è affascinante, e Lui non ci abbandona mai, mai ci lascia soli. Se gli facciamo spazio nella nostra esistenza, condividendo con Lui gioie e dolori, sperimenteremo la pace che solo Dio può dare”. Con queste parole Papa Francesco ha dato il benvenuto ai partecipanti alla Syro-Malabar Youth Leaders Conference, ricevuti in udienza nel Palazzo apostolico vaticano, accompagnati da mons. Bosco Puthur, ricordando, ai leader giovanili delle varie eparchie siro-malabaresi della diaspora e della Visitazione apostolica in Europa, come Gesù non abbia esitato a chiedere ai suoi discepoli se volevano veramente seguirlo o se preferivano prendere un’altra strada. “Anch’io oggi, in un tempo segnato dalla cultura ‘liquida’ o addirittura ‘gassosa’, dico a voi, cari giovani, che la vita diventa piena di senso e feconda quando diciamo ‘sì’ a Gesù”. Bergoglio ha richiamato alle domande esistenziali di ognuno, sottolineando l’importanza di un’esperienza che dà senso a tutta la vita, dicendo sì al servizio e alla responsabilità e no alla superficialità e allo scarto, ricordando il martirio di Tommaso di cui ricorrono i 1950 anni come testimonianza di una Chiesa apostolica. “Ogni battezzato partecipa alla sua costruzione nella misura in cui lui o lei è testimone. E voi siete chiamati a esserlo in primo luogo tra i vostri coetanei della diaspora siro-malabarese, ma anche a quanti non appartengono alla vostra comunità e a quelli che nemmeno conoscono il Signore Gesù”. Papa Francesco ha esortato i giovani a non avere paura dell’amore di Gesù, ispirandosi alle testimonianze d’amore dei santi e delle sante di ogni epoca, anche contemporanea. “Non temete di ribellarvi alla tendenza diffusa a ridurre l’amore a qualcosa di banale, senza bellezza, senza comunione, senza fedeltà e responsabilità. Questo è ciò che accade quando usiamo gli altri per i nostri scopi egoistici, come oggetti: i cuori sono spezzati e rimane la tristezza”.

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