Ucraina: da oggi missione di mons. Gallagher per visitare i luoghi della guerra, dimostrare la vicinanza del Papa e riaffermare l’importanza del dialogo

Visitare i luoghi colpiti dalla guerra, “dimostrare la vicinanza” del Papa e riaffermare “l’importanza del dialogo per ristabilire la pace”. Così, in un post ieri, la Segreteria di Stato presenta la “missione” in Ucraina del segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher. “Per il 30° anniversario dei rapporti diplomatici con l’Ucraina – si legge nel post – mons. Gallagher, da domani, visiterà Lviv, Kyiv e i luoghi colpiti dalla guerra per dimostrare la vicinanza del Papa e della Santa Sede, l’importanza del dialogo per ristabilire la pace”. Tra le città che saranno toccate quindi ci sono Leopoli e Kiev. Nella prima sono previsti diversi appuntamenti. Mercoledì 18 ci sarà l’incontro con mons. Igor Vozniak, arcivescovo greco-cattolico di Leopoli, a seguire la visita in una struttura di accoglienza per profughi. Giovedì 19 maggio, prima il colloquio con il presidente della regione di Leopoli, Maksym Kozytskyy, poi l’incontro con Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, e con il presidente della Conferenza episcopale polacca, mons. Stanisław Gądecki. Una delegazione di vescovi polacchi è infatti in Ucraina dal 17 al 20 maggio e farà tappa Leopoli e Kiev. Scopo della missione di questi ultimi è mostrare solidarietà al popolo ucraino e delineare un futuro comune di cooperazione tra le strutture ecclesiali dei due Paesi in diversi settori: religioso, spirituale e umanitario. Mons. Gallagher aveva già annunciato il suo viaggio in un’intervista televisiva, realizzata la scorsa settimana, durante la trasmissione Rai “Tg2 post”. Nel corso dei venti minuti di colloquio il presule – ricorda Vaticannews – aveva toccato diversi temi, dalla guerra in Ucraina al riarmo, ai riflessi internazionali ed ecumenici del conflitto. Il viaggio, aveva chiarito, era stato già stabilito prima di Pasqua e poi posticipato per motivi di salute. Il segretario per i Rapporti con gli Stati aveva sottolineato più volte che la Santa Sede appoggia ogni tentativo di dialogo per favorire un’intesa e cercare una soluzione. Le parole, aveva detto, hanno un grande peso nell’azione diplomatica, specie se da esse dipende la “vita delle persone”. Occorre evitare il rischio di strumentalizzazioni e restaurare “schiettezza e sincerità”.

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