Ius scholae: Siped, “riformare legge cittadinanza e riconoscere piena partecipazione ragazzi che studiano in Italia”

Riformare la legge sulla cittadinanza e riconoscere la piena partecipazione dei bambini e ragazzi che studiano e si formano in Italia. Il gruppo Intercultura della Società italiana di pedagogia (Siped), che riunisce i docenti di Pedagogia delle università italiane, prende posizione a favore della riforma della cittadinanza secondo lo ius scholae. Lo fa durante un incontro, a cui partecipa il presidente della Siped Massimiliano Fiorucci, con l’onorevole Giuseppe Brescia, relatore della proposta di riforma e presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera.
La proposta dello ius scholae è stata approvata nel suo testo base dalla Commissione Affari Costituzionali a marzo e, al momento, sono in discussione gli emendamenti. Secondo tale proposta, è italiano non solo chi è nato tale, ma anche chi – con entrambi i genitori regolarmente presenti – lo diventa frequentando regolarmente, per almeno cinque anni, un ciclo presso gli istituti del sistema d’istruzione.
Spiega Milena Santerini, docente di Pedagogia all’Università Cattolica di Milano e una delle coordinatrici del Gruppo Intercultura della Siped: “L’acquisto della cittadinanza è un momento importante dell’indispensabile integrazione dei minori con background migratorio nella nostra società, ed è frequentando la scuola che possono esercitare le competenze dei cittadini. Come mostrano tutte le ricerche e le esperienze a livello psicopedagogico, esiste un vero e proprio ‘vantaggio di cittadinanza’ per i minori e per la società che li accoglie”.
Diversi gli studi presentati nel corso dell’incontro. “Nel complesso – osserva ancora Santerini – la cittadinanza risulta essere associata positivamente a una serie di risultati, dall’iscrizione alla scuola dell’infanzia, al tempo trascorso a scuola, all’orientamento a proseguire gli studi di istruzione superiore e accademici (rispetto a quello professionalizzante)”.
I pedagogisti sottolineano poi come lo ius scholae riconosca il lavoro degli insegnanti: “La cittadinanza non è solo uno status ma è condivisione, partecipazione alla vita di un paese, adesione morale ai diritti e doveri previsti dalla Costituzione. Solo in questo modo la democrazia da formale diviene sostanziale, cioè quando la cittadinanza viene esercitata in modo attivo. È questo il grande ruolo della scuola”.

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