25 aprile: Tv2000, in onda in seconda serata il documentario “Il coraggio della libertà” sulla famiglia Ucelli di Nemi al tempo della lotta di Liberazione

(Foto: Archivio Ucelli @ Museo Nazionale Scienza e Tecnologia)

Le vicende della famiglia di Carla Tosi e Guido Ucelli di Nemi al tempo della lotta di Liberazione, nel racconto della figlia 99enne, Pia Majno Ucelli. Una famiglia che svolse una coraggiosa opera di aiuto soprattutto verso gli ebrei. Tv2000, in occasione della Festa della Liberazione, ha presentato oggi in anteprima a Milano, nella sede della Fondazione culturale Ambrosianeum, il documentario “Il coraggio della libertà”, in onda lunedì 25 aprile in seconda serata.
Sul filo della memoria e con il contributo di Marco Garzonio, giornalista, storico e presidente della Fondazione culturale Ambrosianeum, il documentario, curato dal giornalista del Tg2000 Luciano Piscaglia, racconta la rievocazione della tragedia della guerra e delle sofferenze patite, compreso il carcere, per nascondere e favorire l’espatrio clandestino di ebrei e perseguitati politici. Ma anche il ricordo dell’amicizia con don Giovanni Barbareschi e della militanza tra i partigiani cattolici, i “ribelli per amore”. Fino alla realizzazione, nel dopoguerra, di quello che per Guido Ucelli di Nemi era il sogno di una vita: il Museo nazionale Scienza e Tecnologia, uno dei simboli della ricostruzione di Milano.

(Foto: Tv2000)

“Ricordo i terribili anni della Seconda Guerra mondiale – afferma Pia Majno Ucelli – vissuti a Milano. Papà aveva lo stabilimento e mamma dava una mano in ospedale, quando serviva. Io e i miei fratelli eravamo poco più che ventenni ed eravamo tutti impegnati contro la guerra. In casa non si parlava. Non potevamo raccontarci quello che accadeva, quello che facevamo, chi vedevamo. Non si poteva, c’erano controlli serrati e rischiavamo il carcere. Mamma Carla e papà Guido furono anche arrestati e per noi fu un momento molto difficile. Ma non abbiamo mai perso la speranza e la voglia di libertà. Per tutto quello che ho dovuto tacere in quegli anni ora racconto nelle scuole gli orrori della guerra in città. Cosa è significato vivere sotto i bombardamenti. E oggi, le scene che vedo dall’Ucraina mi fanno rivivere le brutte sensazioni di quel periodo. Sono scene che conosco bene. La paura, le ore senza elettricità, e l’orrore per le strade. Ogni volta che sento i nomi dei luoghi di guerra al telegiornale è come se tornassi indietro. Credo che chi esca da una guerra, viva il miracolo di poter dire ‘sono ancora vivo’. Questo documentario per me è proprio questo, non solo una testimonianza ma anche una vittoria nella lotta per la libertà, perché il giogo io e la mia famiglia lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle”.

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