Giornata personale sanitario: Massi (Uneba), “oggi ancora troppo pochi e chi ci rimette sono le persone fragili”

“Anche da Uneba, voce di centinaia di enti assistenziali non profit di radici cristiane, si eleva forte il ringraziamento al personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nella Giornata a loro dedicata di domenica 20 febbraio. Ma altrettanto forte è la necessità di averne di più, medici, infermieri, operatori sociosanitari, etc. Oggi sono troppo pochi, e così quelli in servizio sono costretti a carichi pesantissimi di lavoro, oltre a dover affrontare la pandemia”. Lo dichiara Franco Massi, presidente nazionale Uneba, in occasione della Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato di domenica 20 febbraio.
“È imperativo per tutti – aggiunge il presidente nazionale Uneba – ed un dovere anche per noi, nella Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, ringraziare di cuore donne e uomini che ogni giorno si prendono cura di chi è fragile: nelle Rsa, negli ospedali, nelle strutture per persone con disabilità, e in molte altre realtà ancora”.
Massi ricorda: “Queste donne e questi uomini, questi professionisti, sono spina dorsale dei 1.000 enti della nostra associazione. I valori del non profit di radici cristiane di Uneba sono concreti solo grazie al lavoro quotidiano del personale, al servizio delle persone assistite con le loro famiglie. Dal 2020 in poi questo impegno ha avuto spesso il volto del sacrificio, e perfino dell’eroismo”.
Ma “se davvero lo Stato, che ha istituito questa Giornata con la l.155/2020, vuole esprimere il suo ringraziamento al personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, questo personale deve aumentarlo”. Infatti, “in Italia mancano medici, mancano infermiere e infermieri, mancano operatrici sociosanitarie e operatori sociosanitari… Mancano. E chi ci rimette sono anziani non autosufficienti e tutte le altre persone fragili: se manca il personale, minore è l’assistenza. Inevitabilmente. In più, il personale in servizio soffre un carico di lavoro più pesante, per colmare i vuoti”.
E ancora: “Mancano: perché Stato e Regioni non ne hanno formati abbastanza. In 20 anni, le Università hanno messo a disposizione 100.000 posti per laurearsi in infermieristica meno del fabbisogno di infermieri. I corsi per Oss spesso scarseggiano, o scarseggiano di iscritti. Entro il 2027 andranno in pensione 35 mila medici, e probabilmente non tutti saranno sostituiti”.
Massi conclude: “Un impegno concreto per avere in futuro personale e sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato in numero adeguato a coprire il carico di lavoro e a garantire ai più fragili cura e assistenza è il modo migliore per onorare l’impegno e il sacrificio del personale oggi”.

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