Cile: Iquique, nuove tensioni e vandalismi contro i migranti venezuelani. Diocesi, “serve atteggiamento di dialogo fruttuoso”

(Foto: ANSA/SIR)

Nuove tensioni a Iquique sulla presenza di migranti, prevalentemente venezuelani. Domenica scorsa, durante una manifestazione che ha coinvolto centinaia di persone che protestavano contro la presenza dei migranti illegali – numerosi nella città del nord, punto d’arrivo per coloro che entrano in Cile attraverso il deserto alla frontiera con la Bolivia –, un accampamento di venezuelani è stato oggetto di atti violenti e vandalici. I fatti sono accaduti mentre i manifestanti si sono imbattuti nell’accampamento, che era sorto su un terreno privato e che proprio in quel momento veniva smantellato dalle forze dell’ordine. I manifestanti hanno chiesto maggiore sicurezza, soprattutto dopo che nei giorni scorsi 4 migranti si erano scontrati con le forze dell’ordine. Secondo il procuratore di Tarapacá, la regione di Iquique, si è riscontrato nell’ultimo anno un forte aumento di atti violenti e di omicidi. Ma è forte soprattutto l’emergenza umanitaria che vede i migranti, compresi numerosi bambini, in situazione di forte precarietà. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha avvertito, lo scorso dicembre, che quasi 500 rifugiati e migranti venezuelani attraversano quotidianamente i valichi di frontiera irregolari tra Bolivia e Cile e arrivano nel Paese “dopo diversi giorni senza mangiare, con disidratazione, ipotermia e malessere per l’altitudine”.
Sull’accaduto è intervenuta ieri, con una nota, la diocesi di Iquique, manifestando “preoccupazione per le situazioni che stiamo vivendo come società, soprattutto di fronte alla crisi migratoria che continua a trascinarsi e non trova una soluzione adeguata”.
Prosegue il comunicato, firmato dall’amministratore diocesano, padre Guillermo Fajardo Rojas: “Invitiamo tutti i cittadini che vivono e amano la nostra città, in particolare le autorità attuali e future, a insistere su un atteggiamento di dialogo fruttuoso”, creando le condizioni per “una risposta congiunta e umanitaria all’attuale migrazione”.
Conclude l’amministratore diocesano: “È estremamente urgente non continuare a rimandare soluzioni reali che tengano conto del bene comune e del sostegno di tutti per una sana e ordinata convivenza tra i cittadini”.

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