Cammino sinodale: mons. Russo (Cei) a “Segno nel mondo”, “la pandemia ha fatto emergere la necessità di tornare all’essenziale”

(Foto: Segno nel mondo)

I vescovi italiani “desiderano che le nostre Chiese siano più dinamiche; certamente non partiamo da zero, ma ci inseriamo in un percorso di evangelizzazione lanciato già cinquant’anni fa con il primo piano pastorale della Chiesa che è in Italia, che scelse di spendere le migliori energie per far circolare il Vangelo di Gesù”. Lo si legge in un’intervista con mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, rilasciata a “Segno nel mondo”, rivista dell’Azione cattolica italiana. Si tratta di un’anticipazione del nuovo numero, in cui mons. Russo affronta alcuni aspetti dell’attualità ecclesiale. L’intervista, a cura di Gianni Di Santo, è intitolata “Oltre il sagrato, con coraggio e audacia”. Russo afferma: “Il Cammino sinodale ci spinge a fare un passo ulteriore. C’è un bisogno diffuso di ritornare a dare nuovo valore alle relazioni, agli incontri che sappiano suscitare un ascolto profondo, coscienti del fatto che già l’ascolto vero delle persone e della vita delle comunità può segnare il primo passo dell’evangelizzazione. Del resto, la pandemia ha fatto emergere la necessità di tornare all’essenziale, di riscoprire il valore della comunità e del camminare insieme”.
A che punto è la fase di “ascolto della base” del Cammino sinodale? “In questo momento ci troviamo a metà del guado del primo anno di Cammino. Ciò che emerge, in maniera condivisa, è l’entusiasmo che sta caratterizzando l’ascolto. Ci sono volti, storie, esperienze gioiose e dolorose, ci sono domande, magari impreviste, c’è tutta la ricchezza che solo l’apertura allo Spirito porta a far emergere. Come ricordava papa Francesco il 30 aprile 2021 ai membri del Consiglio nazionale dell’Azione cattolica: ‘Non può esistere sinodalità senza lo Spirito, e non esiste lo Spirito senza la preghiera’. È questa la strada che sta muovendo l’ascolto. Le diocesi la stanno percorrendo, sostenute da quella creatività che apre gli orizzonti”. Il segretario della Cei però osserva: “Condizione imprescindibile per realizzare una consultazione il più possibile ampia e integrata, capace di raggiungere tutte le persone, anche quelle che non frequentano abitualmente la comunità”. “A guidare questa fase è la domanda fondamentale proposta dal Sinodo dei vescovi: ‘Come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel camminare insieme che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata? E quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?’. L’ascolto, dunque, non è disincanto ma incarnazione della Parola in questa nostra storia”.

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