Letteratura: Avvenire, intellettuali di tuto il mondo sottoscrivono il poeta Guido Oldani candidato al Nobel 2021

Il poeta Guido Oldani, fondatore del movimento letterario e artistico internazionale del Realismo terminale, è stato formalmente candidato al premio Nobel per la Letteratura 2021. Come riporta il quotidiano “Avvenire” nella sua edizione di oggi 13 luglio, si legge in una nota, a sottoscrivere la candidatura sono intellettuali provenienti da tutto il mondo: Italia, Cina, Russia, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia. Si tratta degli accademici italianisti Giuseppe Langella, Caterina Verbaro, Daniele Maria Pegorari, Daniela Carmosino; dell’editrice Fiorenza Mursia; del presidente della fondazione di poesia “Il Fiore” Giuseppina Caramella; dell’artista svedese Françoise Ribeyrolles-Marcus; dei poeti cinesi Jidi Majia e Gao Xing, del russo Gennadij Šlapunov (presidente della Fondazione per il dialogo eurasiatico tra culture e civiltà), dello statunitense Major Jackson e del sudafricano Zolani Mkiva.
I sottoscrittori sono convinti, come scrivono nella loro lettera a Stoccolma, che il Realismo terminale sia “una tendenza letteraria di portata planetaria, aperta alle più varie forme espressive (arti visive e plastiche, musica, teatro, danza), che ambisce ad essere la rappresentazione critica e ironica della civiltà globalizzata degli anni Duemila, interpretando e descrivendo quegli aspetti del divenire storico-sociale che maggiormente caratterizzano il nostro tempo, tanto da poter essere additati come i suoi esiti più tipici e rappresentativi. Esso nasce, infatti, nella mente di Oldani, dall’osservazione di alcuni fatti macroscopici che si stanno verificando su scala mondiale e delle trasformazioni antropologiche che stanno generando, quasi in contemporanea, un po’ dappertutto, nell’Occidente più avanzato come nei Paesi in via di sviluppo”.
Punto di riferimento è il libro-manifesto “Il Realismo terminale” pubblicato nel 2010 da Mursia, nel quale Oldani osservava “che la migrazione incessante di intere popolazioni in fuga da guerre, persecuzioni, miseria e carestie verso i luoghi della libertà e del benessere, lo sviluppo in ogni angolo della Terra di sempre più vaste megalopoli e la conseguente immersione degli esseri umani in un ambiente totalmente artificiale, dominato dalla tecnologia e sovraffollato di merci, stanno modificando, come mai era successo in maniera tanto radicale, la percezione stessa della realtà. Siamo testimoni, cioè, non solo di un’impressionante metamorfosi dell’ambiente che fa da cornice agli atti della nostra esistenza, ma anche, e più in radice, di una basilare alterazione dell’esperienza del mondo, provocata dall’habitat artificiale e dagli strumenti, materiali e virtuali, con cui interagiamo con l’esterno”.
Il primo firmatario Giuseppe Langella rimarca, sempre sulle colonne di “Avvenire”, che il principale merito letterario di Oldani è “l’invenzione della ‘similitudine rovesciata'”: se “nell’arco di un secolo le invenzioni decisive sul piano del linguaggio si contano sulle dita di una mano, la similitudine rovesciata discende da una rivoluzione dei paradigmi conoscitivi, è la forma retorica che sancisce il primato della realtà artificiale nell’esperienza attuale del mondo. Oldani ci ha regalato un nuovo linguaggio per il nuovo millennio”.

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