Comunicazione: Pagnoncelli (Ipsos), “se l’idea è inseguire le percezioni, facciamo fatica a far conoscere il bello delle comunità”

“La comunicazione è uno strumento, il rischio negli ultimi tempi è che prenda il posto della sostanza portando ad una divaricazione tra realtà e percezione della realtà alimentata molto spesso dalla retorica del ‘good news, no news’ che lascia spazio solo alle notizie più negativa”. Lo ha affermato Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos Italia, intervenendo all’incontro “Dov’è la comunità oggi” promosso dall’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei per i direttori e i collaboratori degli Uffici diocesani.
Rispondendo alle domande di chi era collegato, Pagnoncelli ha sottolineato che “siccome c’è una soggettività nella lettura della realtà se non c’è una condivisione con gli altri c’è il rischio grosso di avere una lettura distorta del Paese, che quasi sempre è svalutativa”. Questo è stato riscontrato, per esempio, per il numero di migranti sul territorio italiano o per il numero di omicidi in un anno. “Se non c’è la capacità di mettere a fattore comune elementi minimi di conoscenza della realtà – ha ammonito – la comunicazione risulta distorta in favore degli elementi più negativi”. Inoltre, ha proseguito, “se l’idea è inseguire le percezioni, facciamo fatica a comunicare il bello delle comunità. Non serve ostentare gli aspetti positivi o enfatizzarli, ma un livello minimo di rappresentazione corretta e adeguata anche delle cose positive”.
Il presidente dell’Ipsos si è poi soffermato sul fatto che in Italia “il Covid ha riportato valore sul ‘noi’ ma non è affatto detto che questo sia destinato a perdurare. Dobbiamo coltivare e avere cura del ‘noi’”. “Con il Covid, così come quando viviamo situazioni di emergenza ci ritroviamo, ha meno presa la conflittualità politica”, ha spiegato, ma “con il miglioramento della situazione sanitaria, con l’uscita dall’emergenza, rischiamo di tornare alla fase precedente. Cioè di riproporre un’enfasi sulla dimensione individuale, soggettiva. Questo anche per la crisi economica che fa riaffiorare le fratture sociali”. “A pandemia conclusa – si è augurato – l’auspicio è che possa prevalere un significato legato alla relazione e la ‘noi’ con un peso maggiore di prima”.

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