Coronavirus Covid-19: p. Cucci, “ha mostrato le aporie del nichilismo e la necessità di desideri, relazioni, progetti che diano senso alla vita”

L’attuale pandemia, tra i suoi vari effetti, ha anche quello di rimettere in discussione il silenzio sulle “questioni ultime”, ritenute “definitivamente tramontate o prive di senso” dalla “visione nichilista della vita, resa celebre dalla filosofia di Nietzsche e via via riproposta in versioni aggiornate”. A sottolinearlo è p. Giovanni Cucci, scrittore de “La Civiltà Cattolica”, nel quaderno 4.103 della rivista, in uscita sabato ma come di consueto anticipato al Sir.
Secondo tale concezione, spiega il gesuita, “l’uomo non sarebbe in grado di accedere alla verità, perché non esistono valori stabili: questa è una conseguenza della morte di Dio e di una visione frammentata del tempo e della storia. In conseguenza di ciò, l’uomo può soltanto badare al momentaneo vissuto presenziale, rinunciando agli interrogativi supremi”. Di qui il richiamo ad un libro recente di Costantino Esposito che, “entrando in merito alle principali tematiche esistenziali del nostro tempo, nota come esse presentino invece, in una sorta di filo rosso, un’insopprimibile richiesta di stabilità a vari livelli (conoscitivo, etico, affettivo), contestando punto per punto gli assunti del nichilismo. Nei versanti presi in considerazione emerge la nostalgia di una pienezza e di una fede nel significato del reale, indispensabili per poter continuare a vivere”.
Nei temi affrontati, annota Cucci – intelligenza del reale, affetti, felicità, corporeità, gratitudine, verità, mistero, ma anche letteratura, filosofia, serie tv, film, informatica – si nota “la presenza di un oltre, irriducibile al dato e tuttavia in linea con i desideri profondi del vivere”. Di qui la conclusione: “Le aporie del nichilismo, mostrate in maniera palese durante l’attuale situazione di incertezza globale, costringono a riconoscere la necessità di una serie di beni che danno significato alla quotidianità ordinaria e che forse con troppa facilità sono stati considerati ovvi. Non si tratta soltanto di beni materiali, ma di desideri, relazioni, progetti, ricerca di una vita bella, degna di essere vissuta. Senza di essi, anche una volta usciti dall’emergenza, non sarà possibile guarire dal virus più insidioso, il male di vivere”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa