Terra Santa: Patton (custode), “il mondo in cui viviamo non vuole saperne di Croce e di Crocifisso”

“Il mondo in cui viviamo non vuole saperne di Croce e di Crocifisso. Talvolta perfino nella Chiesa qualcuno la rimuove perché non ne comprende il senso. Così è spesso anche a livello personale”: nel giorno in cui, a Gerusalemme, si commemora l’Inventio Sanctae Crucis (l’invenzione o ritrovamento della Croce), a ricordarlo è il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. Celebrando questa mattina la messa al Santo Sepolcro, la prima solenne dopo le celebrazioni pasquali, il Custode ha affermato che “oggi come al tempo di Sant’Elena noi abbiamo bisogno di riscoprire la Croce di Gesù se vogliamo sperimentare la guarigione del cuore e la salvezza, se vogliamo continuare a vivere con speranza, e se vogliamo trovare un senso pasquale alle nostre stesse sofferenze e croci. Che, detto per inciso, sono molto meno facili da rimuovere dalla nostra esistenza dell’immagine di un crocifisso appesa a una parete”. Nell’omelia padre Patton, citando parole di Paolo VI, di san Giovanni Paolo II e quelle più recenti di Papa Francesco, in piena pandemia, ha avvertito del rischio che si corre nel rimuovere o svuotare la Croce: “l’uomo non ha più radici, non ha più prospettive: è distrutto!”. Da qui l’esortazione a “testimoniare che la Croce è veramente sorgente di salvezza, di speranza e di misericordia, a riscoprire che la Croce è il segno concreto dell’amore di Dio per il mondo, e a trovare nella Croce di Gesù l’àncora alla quale legare saldamente la barca della nostra vita, il timone per dirigerla e la bussola per non perdersi”.

La tradizione cristiana attribuisce a Elena, madre dell’imperatore romano Costantino, il ritrovamento della ‘Vera Croce’, il legno su cui fu inchiodato e morì Gesù. Il luogo della scoperta era un’antica cisterna abbandonata ed è oggi il luogo più profondo all’interno della Basilica del Santo Sepolcro. Vi si accede attraversando la cappella dedicata proprio a Sant’Elena, appartenente agli Armeni. È invece di proprietà dei cristiani latini la cappella intitolata all’Inventio crucis, il ritrovamento della croce, che sulle pareti porta resti di affreschi del XI secolo e – accanto all’altare – dietro a un piccolo cancello custodisce il luogo tradizionale dove fu rinvenuta la croce. Ogni 7 maggio, qui si celebra la solennità dell’Inventio Crucis, memoria di quell’avvenimento e tra le feste più sentite dai cristiani della Terra Santa.

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