Diocesi: mons. Mazzafaro (vescovo eletto Cerreto Sannita), “preghiera, poveri e pace i tre pilastri del mio ministero”

(Foto: ANSA/SIR)

“Sento stupore per la scelta della mia persona”. Lo scrive mons. Giuseppe Mazzafaro, vescovo eletto di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, nel suo primo messaggio alla diocesi, manifestando il suo “timore” per “le responsabilità del ministero”. In primo luogo “la responsabilità verso la Parola di Dio da annunciare vivere con fedeltà in questo nostro tempo che cambia così velocemente; la responsabilità è verso la Chiesa di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti, antica diocesi suffraganea della metropolia di Benevento”. E, ancora, “responsabilità verso tutto il popolo santo che mi viene affidato. Responsabilità di non divenire un burocrate e un amministratore ma di essere un fratello e un sacerdote tra i fratelli e le sorelle. Responsabilità di essere amico dei poveri, dei sacerdoti e di tutto il popolo di Dio”. Ricordando le parole di Gesù, “Rimanete in me e io in voi”, il vescovo eletto sottolinea: “La vita, gli impegni, le responsabilità si affrontano rimanendo uniti a Gesù, accogliendo le sue parole e, come Maria, custodendole nel cuore meditandole perché diventino vita nella vita. Lui resta in ‘voi’, cioè in noi, nella comunione di una Chiesa locale, di queste nostre Chiese della Campania e oltre”. Questa, aggiunge, “è la preghiera che mi permetto di chiedervi: pregate per me perché io sappia sempre rimanere in Gesù! Veramente senza di Lui non possiamo fare nulla. Certo possiamo fare tante cose, ma solo rimanendo in Gesù possiamo costruire legami veri di fraternità, di amicizia, di pace. Solo rimanendo in Gesù possiamo rimanere vicino ai poveri; ai malati; agli anziani; ai bambini; ai profughi; ai soli. Rimanere senza fuggire, senza semplificare, senza banalizzare. Senza cercare sempre nuove esperienze dimenticando quanto fatto il giorno prima, perché la Chiesa è una storia che va verso il futuro e non un’invenzione di ogni giorno. Non basta incontrare, bisogna rimanere. Rimanere per essere famiglia, che è la grande domanda di questi tempi incerti e nebbiosi. Rimanere come compagno di viaggio dei viandanti e mendicanti della vita”.
Facendo riferimento alla sua esperienza nella Comunità di Sant’Egidio, mons. Mazzafaro ricorda: “Comunicazione del Vangelo e quindi preghiera, poveri e pace sono i tre pilastri che la Comunità mi ha trasmesso e che mi sforzo di vivere in uno spirito di simpatia per tutti, senza distinzioni, se non quella di una scelta preferenziale per i poveri come il Vaticano II insegna. Preghiera, poveri e pace saranno i tre pilastri su cui edificare l’edificio spirituale del mio ministero”.
Poi, i ringraziamenti alla Chiesa di Napoli, del cui clero diocesano fa parte, al card. Crescenzio Sepe, di cui è stato segretario per una decina di anni, all’attuale arcivescovo Mimmo Battaglia, di cui è stato segretario in questi mesi e del quale diventerà successore proprio nella diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti. Infine, un saluto proprio alla sua nuova Chiesa: “Desidero essere il vescovo, cioè un fratello pellegrino tra le varie città e paesi”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia