Pedopornografia: don Di Noto (Meter), “vuoto legislativo in molti Stati non consente contrasto efficace e coordinato”

Nell’edizione 2020 del report di Meter presentato oggi, il presidente don Fortunato Di Noto denuncia ancora una volta “l’esistenza di un vuoto legislativo sul tema pedopornografico. Non tutti gli Stati del mondo, infatti, sono dotati di un’adeguata legislazione per il contrasto alla criminalità legata alla pedofilia ed alla pornografia minorile. Spesso non esiste un vero e proprio obbligo di collaborazione dei server provider, i quali attualmente, in molti Paesi, forniscono i dati alle autorità competenti solo ‘su base volontaria’, poiché si continua a tutelare in modo intollerabile la privacy degli utenti della rete, anche se criminali”. Senza l’individuazione dei colpevoli, osserva il sacerdote, “la lotta è inefficace e inutile”. Nonostante ciò il report sottolinea la costante azione e la sinergia tra Meter e la Polizia postale italiana. “Negli ultimi anni su segnalazione di Meter sono state avviate ben 24 operazioni contro il fenomeno della pedofilia e della pornografia minorile. Ma non basta”. Il report denuncia inoltre la “pedofilia culturale” che attraverso una lobby strutturata e ben organizzata (raccolta fondi e giornata internazionale pro-pedofilia) difende la pedofilia tentandone un’opera di “normalizzazione”. Il documento ricorda al riguardo che per contrastare questa “ideologia” la Convenzione di Lanzarote del 25 ottobre 2007, ratificata dall’Italia nel 2012 con la legge n. 172, ha introdotto nel nostro ordinamento l’art. 414 bis del Codice penale. Nonostante ciò, i siti continuano a proliferare all’insegna di espressioni come “boylove”, “girllove” e “childlove”.

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