Diocesi: mons. Marino (Savona), “dalla pandemia anche segni di luce e di speranza”

“Una festa con una forma diversa, ma non per questo meno significativa”. Le parole del vescovo di Savona-Noli, Calogero Marino ritraggono il clima per la solennità odierna di Nostra Signora della Misericordia, patrona della diocesi e della città di Savona, nel 485° anniversario dell’apparizione mariana sulle rive del Letimbro.
A causa del perdurare dell’emergenza sanitaria, seguendo le indicazioni delle autorità e per evitare ogni possibile rischio di assembramento, è stata annullata la tradizionale processione votiva del mattino dalla cattedrale al Santuario e la Messa delle 9.30, anziché nella piazza antistante, è stata celebrata in basilica “a porte chiuse” con la partecipazione soltanto di alcuni sacerdoti, di pochi rappresentanti degli ordini religiosi, delle aggregazioni laicali e delle confraternite che hanno portato sul presbiterio il Crocifisso del sodalizio di San Michele in Celle Ligure. Nella navata anche le autorità civili, dal sindaco di Savona, Ilaria Caprioglio, al prefetto Antonio Cananà fino al presidente delle Opere Sociali, Giovanni De Filippi. “Le ferite così gravi prodotte dalla pandemia ci rendono gioco forza realisti e fanno emergere fragilità antiche: una Chiesa piccola e stanca; un territorio invecchiato, per l’inverno demografico che perdura e per la perdita di tante attività produttive; il prevalere degli individualismi e la difficoltà a fare rete – ha detto il vescovo nell’omelia -. Ma proprio la pandemia ha evidenziato anche segni di luce e di speranza: la cura competente di medici e infermieri, al rischio della vita; la ricchezza grande offerta dal volontariato; apprezzo e mi commuovono la dedizione degli insegnanti e la resilienza degli studenti, nel tempo della didattica a distanza”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia