Papa Francesco: a Pontificio Collegio belga, “conservare e custodire non sono sinonimi”, “sognare la comunità”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Quando un pastore ama e conosce il suo gregge, sa farsi servo di tutti e farsi tutto a tutti per salvare ad ogni costo qualcuno, come ha scritto San Paolo”. È il monito del Papa, nel discorso consegnato alla comunità del Pontificio Collegio Belga, ricevuta in udienza in occasione dei 175 anni dalla sua fondazione. “Non pone al centro sé stesso e le proprie idee, ma il bene di coloro che è chiamato a custodire, evitando le opposte tentazioni del dominio e della noncuranza”, prosegue Francesco soffermandosi sulla figura di San Giuseppe, che “è un padre che sogna”. “Non un sognatore nel senso di uno con la testa nelle nuvole, sganciato dalla realtà – precisa il Papa – ma un uomo che sa guardare oltre ciò che vede: con sguardo profetico, capace di riconoscere il disegno di Dio là dove altri non vedono nulla, e così avere chiara la meta verso cui tendere”. San Giuseppe, infatti, “ha saputo vedere in Maria e Gesù non solo una giovane sposa e un bambino: sempre vedeva in loro l’azione di Dio, la presenza di Dio. Così, custodendo la fragilità del Bambino e di sua Madre, Giuseppe ha guardato al di là dei suoi doveri di padre di famiglia e, preferendo credere più a Dio che ai propri dubbi, si è offerto a Lui come strumento per la realizzazione di un piano più grande, in un servizio prestato nel nascondimento, generoso e instancabile, sino alla fine silenziosa della propria vita”. “Per i preti, allo stesso modo, è necessario saper sognare la comunità che si ama, per non limitarsi a voler conservare ciò che esiste”, la ricetta di Francesco: “Conservare e custodire non sono sinonimi!”. Di qui la necessità di “essere pronti a partire dalla storia concreta delle persone per promuovere conversione e rinnovamento in senso missionario, e far crescere una comunità in cammino, fatta di discepoli guidati dallo Spirito e spinti dall’amore di Dio”. “Riscoprire in modo particolare nella preghiera la figura e la missione di San Giuseppe, docile alla volontà di Dio, umile autore di grandi imprese, servo obbediente e creativo”, l’invito finale: “Vi farà bene porre voi stessi e la vostra vocazioni sotto il suo manto e imparare da lui l’arte della paternità, che sarete presto chiamati a esercitare nelle comunità e negli ambiti e servizi ministeriali che vi saranno affidati”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia