Coronavirus Covid-19: Fiaccola benedettina, Stasi (osp. Giovanni XXIII), “restare uniti per superare questa emergenza”

“Spesso in questo tempo ci è toccato non solo lavorare molto, ma anche accompagnare, pregando, chi nella solitudine della malattia, si era affidato a noi. Il nostro ospedale è diventato così un simbolo di resistenza e resilienza al Covid-19”. Lo ha detto Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, accogliendo questo pomeriggio nella cappella del nosocomio orobico, la delegazione delle tre città benedettine, Norcia, Subiaco e Cassino, recanti la Fiaccola benedettina. Dopo la visita allo Spallanzani di Roma, oggi, Giornata nazionale delle vittime del Covid, la Fiaccola ha toccato così un altro luogo simbolo della lotta al Covid-19. “Siamo orgogliosi di ricevere la Fiaccola che in questi anni ha girato l’Europa arrivando fino ai campi di sterminio di Auschwitz. Per noi è un segno di gratitudine e vicinanza che abbiamo ricevuto dall’Italia e dal mondo in questo anno. La terremo per questo nel cuore. È un simbolo che ci appartiene – ha concluso Stasi -. San Benedetto è il santo della primavera e quindi della rinascita, è il Patrono d’Europa e noi siamo cittadini di Europa. Mai come ora dobbiamo restare uniti per superare questa emergenza”. Alle parole di Stasi hanno fatto eco quelle del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: “In questa triste vicenda del Covid l’Europa ha riguadagnato una attenzione e un protagonismo che erano mancati negli ultimi anni. Noi stessi abbiamo ricevuto aiuto e solidarietà dai Paesi europei cui abbiamo inviato i nostri malati quando, nelle settimane peggiori dell’epidemia, non riuscivamo dare cure a tutti. Oggi verifichiamo, mentre siamo in campagna vaccinale, quanto siamo uniti dalla difficoltà ma anche dalla speranza”. Riferendosi alla visita questa mattina a Bergamo del premier Mario Draghi, Gori ha sottolineato come “al Recovery plan siano affidate le aspettative di rilancio dell’Italia nei prossimi anni. Confidiamo in una buona gestione delle risorse per rilanciare il Paese”. Di speranza e solidarietà ha parlato Enzo Salera, sindaco di Cassino, in rappresentanza dei colleghi di Norcia, Nicola Alemanno, e di Subiaco, Francesco Pelliccia: “oggi vogliamo portare due messaggi, quello della speranza e della solidarietà. Questo luogo un anno fa appariva come l’apogeo del dolore e della sofferenza, del lutto. Esprimiamo la speranza che la luce della Fiaccola possa sconfiggere le tenebre di questo periodo, il più buio dalla Seconda guerra mondiale. Ma per fare ciò occorre anche lo sforzo congiunto di tutti i cittadini”. Erano presenti, tra gli altri, alla cerimonia anche il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi e l’abate di Montecassino, dom Donato Ogliari che hanno impartito la benedizione finale esprimendo vicinanza agli operatori sanitari, alle vittime del Covid e alle loro famiglie. “Occorre generare gesti che facciano crescere le nostre comunità aperte alla prossimità, solidarietà e condivisione – ha detto dom Ogliari -. Occorre avere una predilezione verso le fasce deboli della popolazione e delle comunità e guardare al futuro con speranza”. Prima della benedizione è stato letto il messaggio di Papa Francesco e accesa la fiaccola che resterà nella cappella del nosocomio.

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