Svizzera: Papa Francesco nomina mons. Bonnemain vescovo di Coira, “basta divisioni”

È intervenuto direttamente Papa Francesco nominando mons. Joseph Maria Bonnemain vescovo di Coira. In un comunicato diffuso questa mattina, i vescovi svizzeri, nell’apprendere la notizia, esprimono “grande gioia” w augurano ai fedeli della diocesi di Coira “un futuro di pace e di benedizione”. La procedura per l’elezione del vescovo di Coira – diocesi importante perché competente per vari cantoni, fra cui Zurigo – è unica nel suo genere e risale al 1448: è il Capitolo della cattedrale, composto da 24 canonici, a scegliere il capo della diocesi a partire da una terna di nomi proposti dalla Santa Sede. Il Papa è poi chiamato a confermare il prescelto e quindi a nominare il nuovo vescovo. A fine novembre però i “canonici della cattedrale”, riuniti in Capitolo, non sono riusciti ad accordarsi su uno dei nomi che comparivano nella terna dove era inserito anche Bonnemain. Tornata a Roma, Papa Francesco ha deciso di procedere con la nomina, ufficializzata oggi, dell’attuale vescovo. Da un anno e mezzo la diocesi di Coira era guidata da un amministratore apostolico, nella persona del vescovo Peter Bürcher.
72 anni, mons. Bonnemain ha studiato medicina a Zurigo ed ha esercitato per qualche tempo come medico. Nel 1975 si è recato a Roma per studiare teologia e nel 1978 il cardinale König di Vienna lo ordina sacerdote della prelatura dell’Opus Dei. Nella nota diffusa oggi, i vescovi della Conferenza episcopale svizzera lo ringraziano per “per i suoi 18 anni di coraggioso e cauto sostegno come segretario del comitato di esperti della Ces per gli abusi sessuali nel contesto ecclesiale”. Il vescovo – si legge nella nota – ha dato un contributo significativo alla creazione delle Direttive della Conferenza episcopale e dell’Unione dei superiori religiosi maggiori della Svizzera, nonché alla fondazione della Commissione di Compensazione. La diocesi di Coira ha pubblicato un messaggio del nuovo vescovo ai fedeli cattolici. “Nel suo discorso ai diplomatici di quest’anno, Papa Francesco ha detto che la fraternità e la speranza sono come le medicine di cui il mondo ha bisogno oggi, come i vaccini. Tali vaccini possono essere realizzati solo se uniamo le forze. Queste parole del Papa riflettono esattamente ciò che mi commuove ora, internamente, rispetto alla mia nomina. Siamo soggetti a tensioni, divisioni, polarizzazioni. Lo vediamo anche nella Chiesa e nella diocesi di Coira. Ci sono tensioni, divisioni, polarizzazioni che non possiamo davvero permetterci e che ci impediscono di cercare insieme quei vaccini che tutti desideriamo. Sì, le persone hanno bisogno di fraternità e speranza, soprattutto oggi. E si aspettano – giustamente – che la Chiesa sia un modello e mostri vie di fraternità e speranza. Negli ultimi anni si è detto, parlato, scritto molto e anche troppo. In questo momento, finché non mi sono sistemato nel mio lavoro, non voglio esprimermi. Voglio piuttosto agire: c’è molto da fare”.

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