Diocesi: mons. Boccardo (Spoleto-Norcia), “siamo tutti malati di comunicazione ma le cose grandi si concepiscono e si realizzano nella discrezione”

“Le cose grandi della vita non vanno sbandierate in piazza, hanno bisogno di essere interiorizzate e gustate fino in fondo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, che ieri nel duomo di Spoleto, ha celebrato una messa per i nati nell’anno 2020 nel reparto di Ginecologia ed Ostetricia nell’ospedale locale. Commentando il passo evangelico del lebbroso “purificato” da Gesù, mons. Boccardo ha parlato dell’urgenza di recuperare la dimensione interiore: “Siamo tutti malati di comunicazione e la cosa più importante sembra sia raccontare ogni istante della propria vita su Facebook, su Instagram e negli altri social. Si mettono in ‘piazza’ sentimenti, reazioni, sofferenze. Tutta scena, tutta facciata: si tratta di una vita vissuta sullo schermo. Stiamo perdendo la dimensione interiore – ha ammonito l’arcivescovo – quella che è capace di dare sapore ai gesti, ai sentimenti e alle parole. È urgente allora ritrovare delicatezza e riservatezza che ci impediscono di pubblicare tutto e ci insegnano invece a coltivare nel cuore quanto accade. Le cose grandi, infatti, si concepiscono e si realizzano nella discrezione. E sono quelle – ha proseguito – che lasciano il segno. Il resto passa: un post su Facebook dopo il primo istante già appartiene al passato, anche se continuiamo a scrivere e pubblicare”. Il pensiero dell’arcivescovo è andato ai neo genitori e all’ospedale: “Cari genitori, fate come il lebbroso: avvicinatevi a Gesù e affidate a lui i vostri piccoli, il vostro cammino di papà e di mamma. Auspico che il reparto di Ginecologia ed Ostetricia, insieme con gli altri reparti fondamentali, possa presto tornare in piena efficienza nel nostro ospedale. Lanciamo un appello a quanti sono responsabili del bene comune perché non risparmino l’impegno per far rifiorire la presenza indispensabile del nosocomio, punto di riferimento per Spoleto e il comprensorio circostante”.

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