Minori: Save the Children, solo 1 bimbo su 7 ha accesso al nido. Per scuola e istruzione forte divario Nord-Sud

In Italia la povertà assoluta “ha visto una crescita continua negli ultimi 15 anni, ed ha registrato una lieve frenata solo nel 2019, con l’entrata in vigore del reddito di cittadinanza. Poi, nel 2020, con l’arrivo della crisi innescata dalla pandemia”, la corsa è ripresa, e “su una platea di 3 milioni di beneficiari del reddito di cittadinanza, 753 mila sono minorenni”. Lo rivela la XII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, dal titolo “Il futuro è già qui”, presentato oggi da Save the Children. Oltre alla povertà, le diseguaglianze sociali, economiche e geografiche sono sempre più marcate e le opportunità di sviluppo molto diverse a seconda del luogo in cui si nasce o si cresce. Fin dalla primissima infanzia, si legge nel report, solo un bambino su 7 (14,7%) usufruisce di asili nido o servizi integrativi finanziati dai Comuni, ma con enormi differenze nell’offerta territoriale: in Calabria solo il 3,1% dei bambini ha accesso al nido, opportunità offerta invece al 30,4% dei bambini che nascono nella provincia di Trento. La spesa media pro capite (per ogni bambina o bambino sotto i 3 anni) dei Comuni per la prima infanzia è di 906 euro ciascuno, con divari che vedono arrivare la spesa a Trento a 2.481 euro e scendere in Calabria a 149 euro. Anche crescendo, le disuguaglianze non spariscono: in Italia solo il 36,3% delle classi della scuola primaria usufruisce del tempo pieno, con la provincia di Milano in testa, con una copertura del 95,8% delle classi, e quella di Ragusa fanalino di coda, con appena il 4,5% di copertura. Per quanto riguarda la dispersione implicita, ovvero il mancato raggiungimento del livello sufficiente in tutte le prove, è in media del 10% nell’ultimo anno delle scuole superiori, con significative variazioni su scala regionale.

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