Comunione e Liberazione: don Julián Carrón si è dimesso da presidente della Fraternità

(foto Comunione e Liberazione)

Il Decreto generale “Le associazioni di fedeli”, che disciplina l’esercizio del governo nelle associazioni internazionali di fedeli, promulgato dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita ed entrato in vigore l’11 settembre 2021, stabilisce che “i mandati nell’organo centrale di governo a livello internazionale possono avere la durata massima di cinque anni ciascuno” (art. 1) e che “la stessa persona può ricoprire un incarico nell’organo centrale di governo a livello internazionale per un periodo massimo di dieci anni” (art. 2). Il Dicastero vaticano stabilisce inoltre che “le associazioni nelle quali, al momento della entrata in vigore del presente Decreto, sono conferiti incarichi nell’organo centrale di governo a livello internazionale a membri che hanno superato i limiti di cui agli articoli 1 e 2, debbono provvedere a nuove elezioni entro e non oltre ventiquattro mesi dalla entrata in vigore del presente Decreto” (art. 4.) Essendo presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione da oltre dieci anni, don Julián Carrón ha deciso di dimettersi da tale carica, per “favorire da subito il processo di cambiamento richiesto alle associazioni internazionali di fedeli riconosciute dalla Santa Sede”.
“Cari amici – scrive don Carron nella lettera con cui oggi ha comunicato la sua decisione a tutti i membri della Fraternità –, in questo momento così delicato della vita del movimento, ho deciso di presentare le mie dimissioni da presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, per favorire che il cambiamento della guida a cui siamo chiamati dal Santo Padre – attraverso il Decreto sull’esercizio del governo all’interno dei movimenti – si svolga con la libertà che tale processo richiede. Questo porterà ciascuno ad assumersi in prima persona la responsabilità del carisma”.
“È stato un onore per me esercitare questo servizio per anni, un onore che mi riempie di umiliazione per i miei limiti e se ho mancato nei confronti di qualcuno di voi. Rendo grazie a Dio per il dono della compagnia di cui ho potuto godere, davanti allo spettacolo della vostra testimonianza quotidiana, da cui ho imparato costantemente e da cui voglio continuare a imparare”. “Vi auguro – conclude – di vivere questa circostanza come occasione di crescita della vostra autocoscienza ecclesiale, per poter continuare a testimoniare la grazia del carisma donato dallo Spirito Santo a don Giussani, che rende Cristo una presenza reale, persuasiva e determinante, che ci ha investito e trascinato dentro un flusso di vita nuova, per noi e per il mondo intero”.

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