Bulgaria: elezioni parlamentari, titoli dei giornali. Trattative in salita per il governo. Ai seggi solo un quarto degli elettori

“Il cambiamento continua con trattative difficili per la maggioranza” è il titolo del settimanale bulgaro Capital nel quale si spiega che “servirà una coalizione di quattro soggetti per formare un governo. Dipenderà da ‘C’è un popolo come questo’ e dai socialisti se l’esecutivo sarà attorno al neocostituito partito ‘Continuiamo il cambiamento’ che sicuramente si alleerà con ‘Bulgaria democratica’ oppure si andrà all’altro cerchio, Gerb di Boyko Borissov e il partito della minoranza turca”. Riguardo il voto presidenziale, sempre Capital titola “La vittoria di Radev, rimandata di una settimana”, alludendo al ballottaggio che si svolgerà il 21 novembre: l’affluenza al voto è stata molto bassa, di appena il 26%, mentre per vincere al primo turno era necessaria una partecipazione del 51% degli aventi voto. “Il fallimento dei sociologi”, è invece l’editoriale del sito “Svobodna Evropa”, firmato da Tatyana Vaskberg, dove allude ai sondaggi preliminari che non registravano “Continuiamo il cambiamento” come primo partito, spiegando come quest’ultimo “ha travolto i cosiddetti partiti della protesta prendendo voti da tutti e tre, ‘C’è un popolo come questo’, ‘Bulgaria democratica’ e ‘Alzati Bulgaria! Noi veniamo, (quest’ultimo non entra neppure in parlamento). Sempre secondo “Svobodna Evropa” nell’articolo dedicato alle presidenziali, Ivan Bedrov spiega che “Rumen Radev poteva facilmente arrivare al secondo mandato già domenica, ma la bassa affluenza ha reso questo impossibile”. Secondo l’analista però il doppio risultato rispetto all’altro candidato Anastas Gerdzikov “non significa affatto che la partita è vinta perché il difficile per Radev comincia proprio oggi”. Il quotidiano “24 ore”, con un articolo firmato dal caporedattore Venelina Gocheva, spiega “il successo di ‘Continuiamo il cambiamento’ con il fatto che dopo due scelte inopportune, la gente ha puntato su coloro che davano segnali positivi, non erano aggressivi, parlavano chiaro e sorridevano”, alludendo ai due leader della formazione neocostituita “Continuiamo il cambiamento”.

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