Yemen: Oxfam, “oltre 143mila, ma l’Onu non rinnova il monitoraggio sulle violazioni dei diritti umani”

“La decisione assunta ieri dalle Nazioni Unite di non rinnovare il monitoraggio sulla violazione dei diritti umani in Yemen, da parte del Gruppo di eminenti esperti (Gee) che stava seguendo la crisi, è inaccettabile”. È la denuncia lanciata oggi da Oxfam, di fronte a quella che è “una vera e propria catastrofe umanitaria”. “Siamo di fronte alla più grave emergenza al mondo, generata da un conflitto atroce che in quasi 7 anni ha già causato oltre 14 mila vittime, con 1 persona su 8 in tutto il Paese che non ha una casa a cui tornare”, ha affermato Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. “La popolazione sta affrontando un aumento esponenziale dei contagi da Covid-19 ma per il 99% non è vaccinata, mentre metà delle strutture sanitarie sono distrutte”, ha aggiunto, sottolineando che “in questo momento 20 milioni di persone, il 66% della popolazione, dipendono dagli aiuti per sopravvivere; 16 milioni soffrono di insicurezza alimentare e in 50 mila si trovano in condizioni di carestia; oltre quattro milioni di yemeniti sono stati sfollati dall’inizio del conflitto e due milioni vivono solo a Marib, attualmente luogo di aspri combattimenti. Inoltre le condizioni nei campi sono terribili, molte persone non hanno accesso ad acqua pulita, servizi igienici e assistenza sanitaria”. “Case, scuole e ospedali – ha proseguito Pezzati – sono stati ripetutamente danneggiati e distrutti. Il monitoraggio dei diritti umani è perciò essenziale in un paese in cui le atrocità vengono commesse da più parti”. “La rimozione di questo controllo apre la strada a ulteriori abusi da compiere impunemente. Per gli yemeniti questo significa più violenza, più paura e ancora meno speranza”, la preoccupazione di Pezzati, che ha ammonito: “Il mondo non può chiudere gli occhi sulla sofferenza dello Yemen. Bene l’Italia con il suo voto favorevole al rinnovo della missione del Gruppo di esperti, ma ci troviamo di fronte ad un fatto gravissimo”.

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