Sanità: Fnopi, in Umbria la farmacia dei servizi, nel Lazio l’assistenza sul territorio con l’infermiere di famiglia e comunità

Sono diverse le buone pratiche e le eccellenze della professione infermieristica riscontrate premiate dal Comitato centrale della Fnopi – Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche durante il suo congresso itinerante che fa ora tappa in Umbria e Lazio. Un congresso speciale anti-Covid, senza assembramenti, che si concluderà il prossimo 12 maggio – Giornata internazionale dell’infermiere 2022 – in Sicilia. Buone pratiche dunque sul territorio che “dimostrano la professionalità degli infermieri” e “hanno consentito di affrontare l’assistenza, anche durante la pandemia, rimanendo sempre vicini ai cittadini e con l’unico obiettivo di soddisfare tutti i diversi bisogni di salute anche durante l’emergenza Covid”, si legge in un comunicato della Federazione.
Tra queste, la prima vera farmacia dei servizi nata nel 2011 a Terni e operativa dal 2014 grazie alla collaborazione di un infermiere per essere “punto di riferimento per le esigenze di salute della popolazione e dare una risposta concreta ai principi di decentramento e di offerta di salute capillare sul territorio”. Un esempio di  multi-professionalità, anche grazie alla collaborazione dei medici di famiglia, e un modello da esportare anche in altre regioni. A Frosinone è previsto l’inserimento degli studenti di infermieristica del terzo anno e laureandi nelle equipe anti-Covid previste nelle scuole di primo grado, come tirocinio clinico formativo in affiancamento al personale infermieristico scolastico previsto; nell’Asl Roma 6 (da Anzio ai Castelli romani), l’infermiere di famiglia e comunità prende in carico la popolazione più fragile affetta da patologie croniche in collaborazione con i medici di famiglia riducendo in modo considerevole gli accessi impropri al Pronto soccorso.
All’Ospedale Bambino Gesù di Roma, l’ospedalizzazione domiciliare (Od) dei bimbi oncoematologici ha permesso di allargare le offerte di cura dell’Ospedale portando la qualità dell’assistenza della struttura direttamente al domicilio, con vantaggi positivi per piccoli pazienti e i loro genitori. Il progetto prevede due medici che verificano quali pazienti possano partecipare all’Od; un coordinatore infermieristico che coordina le unità infermieristiche e pianifica tutte le attività, gli infermieri che mettono in atto le attività pianificate.

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