Eutanasia: Boscia (Amci), “noi diciamo no. La risposta a sofferenza e solitudine è l’eubiosia”

“La risposta a sofferenza, solitudine e disperazione non è l’eutanasia ma l’eubiosia”. Lo dice in un’intervista al Sir Filippo Maria Boscia, ginecologo e ostetrico di lungo corso, appena confermato alla guida dell’ Amci (Associazione medici cattolici italiani), all’indomani dello slittamento dell’esame in aula a Montecitorio del testo unico sul suicidio assistito firmato da Alfredo Bazoli (Pd), in precedenza previsto per il 25 ottobre, al traguardo di oltre un milione e 231mila firme raccolte dai radicali per il cosiddetto “referendum sull’eutanasia”.
“Non si possono obbligare i medici a dare la morte attraverso l’eutanasia”, scandisce. Ma lo sguardo si allarga: “Occorre diffondere la coscienza dell’obiezione anche nella società: mi pongo la coscienza di obiettare se ritengo un’azione sbagliata, o l’accetto passivamente?”.
E con riferimento alle firme raccolte, “sono firme ‘estorte’ in modo ingannevole – osserva -. La domanda di fondo non è: vuoi una morte migliore? Bensì: vuoi vivere una vita migliore?”. E qui entra in gioco “l’eubiosia, che indica il vivere bene ed è l’esatto contrario dell’eutanasia”. Perché, spiega, “la medicina si fa umana, non quando elimina la malattia ma quando aiuta l’uomo a viverla prendendosi cura della sua sofferenza”. La legge 38/2010 sulle cure palliative viene purtroppo applicata poco e a macchia di leopardo: “Eppure, sappiamo per esperienza che chi è assistito con umanità non chiede di morire, ma solo di essere sollevato da sofferenza e solitudine. Siamo contrari ai trattamenti medici inutili e sproporzionati, ma anche all’eutanasia. Per questo la nostra risposta a sofferenza, solitudine e disperazione è l’eubiosia”.

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