Cop26: card. Hollerich (Comece) ai leader Ue, “inondazioni mortali e incendi devastanti. La terra grida. Agire è un imperativo morale”

“Trovare un percorso in grado di rispettare la soglia di 1,5°C del riscaldamento globale è un grande imperativo morale”. E “i leader dell’Unione europea avranno presto l’opportunità di fare la differenza quando incontreranno altri leader mondiali a Glasgow a novembre”. Lo scrive il presidente della Comece, il card. Jean-Claude Hollerich, in una lettera – resa nota oggi – indirizzata a tutti i leader delle istituzioni europee che parteciperanno alla prossima Cop26. Nella missiva, a nome dei vescovi dell’Unione europea, il cardinale esorta l’Ue a “svolgere un ruolo di primo piano a livello internazionale per una risposta coraggiosa all’emergenza climatica”. “La pandemia di Covid ha messo in luce il fatto che tutto è interconnesso e interdipendente e che la nostra salute è indissolubilmente legata alla salute dell’ambiente in cui viviamo”, osserva il card. Hollerich. “La terra grida”, aggiunge citando Papa Francesco. “Negli ultimi mesi quelle grida hanno assunto la forma di temperature in rialzo con record infranti in molte regioni; inondazioni mortali e incendi che devastano le comunità in tutta Europa”. “Il cambiamento climatico sta avvenendo più rapidamente di quanto previsto dalla scienza e la soglia globale per il riscaldamento di 1,5°C è troppo vicina. Siamo al limite”. Come presidente dei vescovi dei 27 Stati membri dell’Ue, Hollerich richiama la responsabilità dell’Unione europea alla Conferenza di Glasgow: “La nostra risposta alla crisi sarà giudicata dalla sua efficacia nel mitigare il danno, dal giusto trattamento delle persone vulnerabili e dal fatto che le misure messe in atto siano in grado di impedire il ripetersi di eventi distruttivi”. All’Europa spetta soprattutto la responsabilità di “rispettare, proteggere e promuovere i diritti e la dignità delle persone, in particolare di chi vive nelle situazioni più vulnerabili ed emarginate”. La Cop26 e la Cop 15 (la Conferenza Onu sulla biodiversità che si è tenuta in Cina) rappresentano momenti cruciali per raggiungere questo obiettivo. “L’Europa da sola non risolverà la crisi ecologica”, afferma il card. Hollerich, “ma l’Europa può e deve svolgere un ruolo di primo piano a livello internazionale nei prossimi consessi”. La lettera formula delle richieste precise: “Aumentare l’ambizione”, aggiornando “gli obiettivi nazionali a breve termine sull’azione per il clima e la biodiversità”; adempiere agli impegni finanziari promessi per sostenere le perdite e i danni nei Paesi in via di sviluppo; agevolare e accelerare la trasformazione, fermando tutte le nuove infrastrutture per i combustibili fossili e reindirizzandole verso energie rinnovabili socialmente responsabili; rispettare gli obblighi di tutela e rispetto dei diritti umani, soprattutto delle popolazioni indigene e delle comunità locali nell’azione per il clima e la biodiversità. Il presidente della Comece conclude la lettera assicurando l’impegno della Chiesa cattolica europea in questo ambito, segnalando in particolare l’azione di un organismo – l’ElSia – che riunisce 6 organizzazioni impegnate nello spirito della “Laudato Si'” a lavorare alla realizzazione degli obiettivi e delle richieste indicate.

 

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