Sanità: Sip-Aopi e Fiaso su incontro con ministro Speranza, “per riorganizzazione assistenza pediatrica specificità cure e integrazione ospedale-territorio”

“Specificità delle cure pediatriche, prossimità e potenziamento strutturale e tecnologico della rete ospedaliera sono le parole chiave che dovranno ridisegnare le cure pediatriche del prossimo futuro”. Così la presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Annamaria Staiano, che ieri, insieme al coordinatore delle attività per l’organizzazione della rete assistenziale pediatrica Sip Rino Agostiniani, ad Alberto Zanobini presidente dell’Aopi (Associazione ospedali pediatrici italiani), e al presidente della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) Giovanni Migliore, ha incontrato il ministro della Salute Roberto Speranza. Al centro dell’incontro, il percorso di rimodulazione organizzativa e gestionale della rete assistenziale pediatrica, necessaria per tutelare il diritto dei bambini a ricevere cure adeguate, anche in situazioni di emergenza e urgenza, attuando tutti gli interventi necessari per promuovere lo sviluppo del bambino e prevenire le disuguaglianze territoriali, sociali e di salute. Per Staiano, “elemento prioritario della riorganizzazione dell’assistenza pediatrica dovrà essere l’attuazione di interventi capaci di realizzare concretamente l’integrazione tra attività ospedaliera e territoriale, realizzando percorsi assistenziali condivisi. Il modello di erogazione delle cure primarie a cui guardare è quello delle ‘case di comunità’ a cui ancorare le funzioni di prevenzione e cura dal periodo preconcezionale fino all’adolescenza”.
“Siamo molto soddisfatti che il ministro Speranza abbia ascoltato anche la voce degli ospedali pediatrici” che, afferma  Zanobini, “possono costituire un autorevole interlocutore ‘sul campo’, nella delicata stagione di riforma del servizio sanitario nazionale che si è aperta con il Pnrr”. Rafforzare integrazione tra ospedali e sanità territoriale “è la grande sfida del futuro per la salute dei nostri bambini e ragazzi”. Sulla stessa linea Migliore: occorre “un modello assistenziale che disegni un percorso di continuità tra ospedale e territorio” investendo su risorse umane e formazione. Parola chiave “integrazione”.

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