Cultura: Librandi (Univ. L’Orientale), “la lingua italiana viene ascoltata dalle popolazioni dove la Chiesa è presente”

“La lingua italiana viene ascoltata dalle popolazioni dove la Chiesa è presente. Non può non farci piacere per l’amore che abbiamo per la lingua ma anche per contrastare il monopolio dell’inglese che non va confuso con il latino dell’età moderna, scelto come lingua di cultura. L’inglese è una lingua che si impone per la potenza economica di un singolo Paese”. A dirlo è la professoressa Rita Librandi, docente dell’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, durante la presentazione del suo libro oggi a Roma. “Il Concilio Vaticano II – continua – è stato un progetto totale che ha voluto rivedere il modo di rapportarsi con i cattolici e i non cattolici. Non va banalizzato con il pensiero che la Chiesa si sia adattata alla società. Faccio fatica a far capire che la religione cristiana non può non avere un nucleo di verità dalle quali non si può prescindere. La religione cattolica non ha mai fissato regole per la vita degli individui perché in questo ambito la Chiesa cambia e deve cambiare. Cambiano anche contemporaneamente la lingua e le parole”. La Chiesa, inoltre, secondo la docente, ha saputo comprendere i nuovi media, lo dimostra “il profilo Twitter del papa che ha 52 milioni di follower”. “Papa Francesco – commenta – è una svolta nella comunicazione e vedo continuità con Paolo VI. Vedo l’uso di parole semplici, collegate ad espressioni che diventano parole chiavi della sua visione del mondo, della Chiesa e del rapporto con i fedeli e i non fedeli, entrate nella memoria di tutti e nel nostro cuore, come per esempio: “non lasciatevi rubare la speranza” o la “globalizzazione dell’indifferenza”.

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