Infanzia: Istat, in nidi e servizi integrativi disponibili posti per il 24,7% dei bambini 0-3 anni. Ma al Sud l’offerta raggiungono mediamente il 15%

Nelle Regioni meridionali i posti disponibili nei nidi e nei servizi integrativi pubblici e privati non raggiungono mediamente il 15% del potenziale bacino di utenza, costituito dai bambini fino a 3 anni di età, contro una media italiana del 24,7%. La carenza di investimenti pubblici e di spese correnti da parte dei Comuni è spesso associata ad una scarsa diffusione anche dei servizi privati. È quanto si legge nel report presentato oggi dall’Istat su “Nidi e servizi educativi per l’infanzia. Stato dell’arte, criticità e sviluppi del sistema educativo integrato 0-6”.
“Una dotazione – viene spiegato – ben al di sotto dell’obiettivo del 33% fissato per il 2010 dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002 per sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa e promuovere la maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro”. Stando ai dati diffusi, il Nord-est e il Centro Italia hanno tassi di copertura decisamente più alti del Mezzogiorno, 32,5% e 32,4% rispettivamente, segue il Nord-ovest con il 29,2%.
Il report mette in evidenza come le strutture per la prima infanzia risultano concentrate nei territori più sviluppati dal punto di vista economico e nei Comuni più grandi, mentre le aree più povere e i piccoli centri soffrono spesso di una carenza di servizi. “I Comuni capoluogo di provincia, nel loro complesso, hanno una dotazione media di posti nei servizi per la prima infanzia di 32,8 per 100 bambini di 0-2 anni, valore nettamente superiore (oltre 11 punti percentuali) rispetto all’insieme dei comuni dell’hinterland (21,4%)”, si legge. In tutte le Regioni del Centro-Nord e in Sardegna la copertura media dei capoluoghi di provincia supera l’obiettivo target del 33% e in molti casi supera il 40%, con punte fino al 67,5% a Bolzano e al 59% ad Aosta. L’Umbria, l’Emilia Romagna, la Valle D’Aosta e la Provincia di Trento hanno una copertura superiore del valore target del 33% anche come media dei Comuni non capoluogo.

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