Infanzia: Istat, di titolarità pubblica il 51% della dotazione complessiva di posti per i servizi rivolti a bambini 0-3 anni. Le famiglie rimborsano 19% della spesa

Nell’anno scolastico 2017/2018 erano attivi sul territorio nazionale 13.145 servizi educativi per la prima infanzia, collocati all’interno di 12.213 strutture. I posti autorizzati al funzionamento risultano 354.641, di cui il 51% sono all’interno di servizi a titolarità pubblica. I Comuni spendono circa 1 miliardo e 461 milioni di euro l’anno per i nidi e i servizi integrativi per la prima infanzia, di cui il 19,6% rimborsato dalle famiglie sotto forma di compartecipazione degli utenti. Sono alcuni dei dati contenuti nel report presentato oggi dall’Istat su “Nidi e servizi educativi per l’infanzia. Stato dell’arte, criticità e sviluppi del sistema educativo integrato 0-6”.
“Nell’arco dei quattro anni compresi fra la prima rilevazione (a.s. 2013/2014) e l’ultimo anno disponibile (a.s. 2017/2018) la capacità ricettiva del sistema educativo rivolto alla fascia 0-3 anni è rimasta quasi invariata a livello nazionale”, si legge nel documento: “Una lieve riduzione (-1,6%) dei posti disponibili è il risultato di un leggero decremento nei primi due anni e di una debole ripresa nel periodo successivo. Pur in assenza di un reale incremento dell’offerta, per effetto del calo delle nascite nel nostro Paese si è riscontrato un graduale miglioramento della copertura del potenziale bacino di utenza. Infatti, i posti nei servizi educativi rivolti alla prima infanzia coprono quote crescenti della popolazione di riferimento, i bambini con meno di 3 anni, passando dal 22,5% del 2013/2014 al 24,7% del 2017/2018”.
Stando ai dati diffusi, al Centro-nord la spesa media dei Comuni per un bambino residente passa da poco meno di 2.000 euro l’anno nei Comuni altamente urbanizzati a poco meno di 700 euro nei Comuni con grado di urbanizzazione medio e basso. Nel Mezzogiorno si ha una media di 389 euro per bambino nei Comuni più urbanizzati e di circa 300 euro l’anno nei Comuni a media e bassa urbanizzazione.
La differenza di distribuzione territoriale e di costi “comporta non solo che i bambini e le famiglie residenti in Regioni diverse abbiano diverse possibilità di accesso ai servizi educativi per l’infanzia, ma anche che i residenti all’interno della stessa Regione possano contare su offerte estremamente differenziate”. La spesa media a carico delle famiglie che si avvalgono degli asili nido pubblici o privati è di circa 2.000 euro l’anno.
I costi degli asili nido contribuiscono a selezionare i bambini che accedono al servizio dal punto di vista del reddito familiare. Infatti, il reddito netto delle famiglie che usufruiscono del nido risulta mediamente più alto di quello delle famiglie con figli di età compresa fra 0 e 2 anni che non frequentano il nido: 40.092 euro annui contro 34.572 euro.

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