Coronavirus Covid-19: Liberia, nella missione salesiana di Tappita attività di informazione sulla pandemia e aiuti ai poveri

Le minacce di Covid-19 non hanno risparmiato nemmeno la periferia missionaria di Tappita, nella selva liberiana. Nonostante le limitazioni, i Figli di Don Bosco hanno continuato a servire i giovani e i poveri. Lo riferisce l’agenzia salesiana Ans che riporta la testimonianza del salesiano don Riccardo Castellino, attivo nell’avamposto missionario di Tappita, immerso nelle foreste. Ad oggi i dati ufficiali riportano 383 casi di contagio e 31 morti, anche se si teme che i dati reali siano superiori, dal momento che in tutto il Paese c’è un solo centro di analisi e che, per di più, tanta gente non è convinta che ci sia il virus in Liberia. “Molti lo considerano uno ‘stigma’ per cui quando appaiono dei sintomi fuggono e spariscono anziché farsi curare; tanti rifiutano la quarantena, c’è una forte resistenza allo ‘stare in casa’,  peraltro molto comprensibile, perché stare in casa vuol dire fare la fame, per la maggioranza della gente che vive del lavoro di ogni giorno e non ha soldi per fare provviste per lungo termine”, racconta il missionario. La pandemia sta provocando “gesti di grande solidarietà ma anche azioni inconcepibili e irresponsabili come quelle di un gruppo di gente che ha assaltato il centro di isolamento liberando quelli in quarantena, girando per tutto il paese danzando, abbracciando e festeggiando. Ragione: il virus in Liberia non c’è, è una montatura del Governo per prendere dei soldi. E quelli che muoiono? È conseguenza del malocchio… L’analfabetismo e la superstizione sono virus molto peggiori del Covid-19”. Nella missione la vita e l’attività pastorale di queste ultime settimane hanno assunto un ritmo molto diverso: “La scuola è chiusa da metà marzo, i villaggi lasciati a se stessi. Il dispensario medico continua il suo servizio, ma a ritmo ridotto, dal momento che con la chiusura delle scuole tanta gente è tornata al villaggio, dove può lavorare la campagna per sopravvivere”. Lo stop alle attività pastorali ha causato l’annullamento di molti battesimi e matrimoni. Nella parrocchia si sono susseguite attività di sensibilizzazione contro il Coronavirus e di solidarietà con distribuzione di  generi alimentari e sanitari. La missione ha ricevuto un sussidio per aiutare la popolazione in situazione di emergenza.

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