Coronavirus Covid-19: mons. Nosiglia (Torino), “parrocchie cittadine ospitino i senza dimora”

“Non lasciamoli soli”. È l’appello che mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ha diffuso questa mattina alle parrocchie di tutto il capoluogo piemontese per venire in soccorso dei senza fissa dimora alle prese con il diffondersi del contagio da Covid-19.
Nosiglia ricorda l’impegno della rete delle parrocchie e dei centri d’accoglienza, ma spiega: “La più parte delle mense, delle distribuzioni alimentari e dei dormitori sono funzionanti. Vi è, però, una questione che interpella le nostre comunità in modo concreto. Una parte degli ospiti dei dormitori, la maggioranza, non possono rimanere in sede durante la giornata”. Queste persone, dice l’arcivescovo in una nota, “trascorrono il tempo in strada, ivi compreso quello dedicato a consumare il pasto da asporto che le mense consegnano loro. Una situazione oggi particolarmente difficile”. A creare difficoltà sono, poi, anche le restrizioni sanitarie imposte con la chiusura di bar e centri commerciali che “hanno prodotto per i senza dimora l’impossibilità di reperire servizi igienici con tutte le conseguenze che possiamo immaginare. Situazione difficile, poi, per il maggiorato rischio di esposizione al contagio rimanendo sulla strada o anche al rischio di farsi attori involontari di contagio”.
Da qui l’appello di Nosiglia che chiede proprio l’intervento delle parrocchie alle quali viene chiesto di mettere a disposizione i loro spazi “per ospitare, tra le 9 e le 17 di ogni giorno, un piccolo gruppo di tre o massimo quattro persone senza dimora (che frequentano lo stesso dormitorio) in modo che restino riparate”.
Tutto ovviamente “nel rispetto delle norme di distanza e igieniche per la prevenzione attualmente in vigore” e con il coinvolgimento degli stessi ospiti che “potrebbero provvedere al riassetto degli ambienti prima di uscire per far ritorno ai dormitori”. Le parrocchie interessate possono contattare la Caritas diocesana.
“Questi nostri fratelli e sorelle non si lamentano – conclude mons. Nosiglia –, ma ci interpellano e ci chiedono un aiuto che non possiamo disattendere. A ciascuno di noi tocca dare una risposta appropriata e concreta senza troppe remore o presunte difficoltà”.

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