Economia: Istat-Ifo-Kfo, “la seconda ondata di Covid frena la ripresa in Europa”

“Dopo il marcato aumento nel terzo trimestre, nell’area dell’euro l’attività economica è attesa diminuire nel quarto, condizionata dall’emergenza sanitaria e dalle nuove misure di contenimento della diffusione del Covid”. È quanto emerge dall’“Euro-zone economic outlook” (Ezeo) diffuso oggi da Istat, Leibniz Institute for Economic Research at the University of Munich (Ifo) e Kof Swiss Economic Institute, relativo al IV trimestre 2020 e al I e al II trimestre 2021.
“L’inflazione annuale si attesterà su livelli decisamente contenuti per poi accelerare progressivamente a partire dal primo trimestre del 2021 – sottolinea il report -. Il quadro previsivo è caratterizzato da una elevata incertezza, con rischi sia al rialzo sia al ribasso, legati, all’evoluzione della pandemia, alla tempistica dell’introduzione dei vaccini e all’atteso impatto dei fondi previsti dal piano Next Generation”.
In particolare, “nel terzo trimestre, il Pil dell’area dell’euro, dopo la flessione senza precedenti della prima metà del 2020, ha registrato una crescita più sostenuta di quanto previsto”, ma “le nuove misure di contenimento implementate da novembre dai Paesi hanno determinato un rallentamento dell’attività economica. L’indicatore del clima economico (Esi) è nuovamente diminuito a novembre, rimanendo nettamente al di sotto della sua media di lungo termine”. Inoltre, “il calo della fiducia ha riguardato sia i consumatori sia le imprese e in particolare quelle dei servizi e del commercio al dettaglio mentre per il settore manifatturiero la riduzione è stata più lieve. La produzione industriale è aumentata a ottobre (+2,1% in termini congiunturali), supportata dal contributo positivo della Germania”. Nei prossimi mesi, “un inasprimento delle misure di contenimento condizionerebbe ulteriormente l’attività economica soprattutto nei servizi con effetti limitati nella manifattura. La produzione industriale è attesa aumentare dell’1,3% nel quarto trimestre in termini congiunturali per poi rallentare la crescita nel primo trimestre (+0,5%) chiudendo comunque il gap con la fase pre-Covid”.

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