Natale 2020: mons. Loppa (Anagni), “contro il virus del disincanto guardare al mistero dell’Incarnazione con stupore e meraviglia”

“Dio è venuto per riaccendere il sorriso in tante facce incupite che abitano i nostri giorni”. Sono parole del vescovo di Anagni-Alatri, mons. Lorenzo Loppa, che scrive alla diocesi in vista del Natale. “Ai motivi di tristezza ‘ordinari’ per un mondo che non ne vuole sapere del Vangelo della fraternità – riflette mons. Loppa – quest’anno si aggiungono la fatica e le angosce di singoli e comunità per i morti, i malati, le persone che hanno perso il lavoro, la chiusura di molte aziende” a causa della pandemia. E ricorda: “Dio nel Figlio ha sposato l’umanità e questa alleanza non sarà interrotta nemmeno da una pandemia”. L’invito è ad accogliere la nascita di Cristo con “stupore e meraviglia”, “l’atteggiamento più giusto per lasciarci avvolgere dal mistero del Natale e per muovere il registro del ‘grazie’”. Viene poi proposta l’immagine di “Le Ravi”, un personaggio del presepe della tradizione provenzale: “il pastore della meraviglia”, lo definisce il vescovo di Anagni. “A differenza degli altri pastori, non ha niente da portare, ma reca la cosa più importante: lo stupore” prosegue. Se oggi “corriamo il rischio di essere contagiati da virus del disincanto”, l’augurio di mons. Loppa è a lasciarsi sorprendere, sull’esempio di Maria che è “Maestra di stupore”, “dal miracolo quotidiano dell’amicizia, della disponibilità, della responsabilità; del dovere portato avanti con dignità; della capacità di perdono; dell’offerta di una prossimità solidale che supera ogni barriera senza paura del ‘diverso’”.

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