Diocesi: Milano, “La notte dei santi” in 110 parrocchie. Gli adolescenti riuniti in piccoli gruppi per pregare

Alla vigilia della solennità di Tutti i santi, sabato 31 ottobre, in 110 parrocchie della diocesi di Milano, adolescenti in piccoli gruppi e nel rispetto delle norme sanitarie, si riuniranno in chiesa per pregare. La proposta della diocesi “per vivere in modo rinnovato e attuale la tradizionale festività di Tutti i Santi, quest’anno, a causa della pandemia da Covid, sarà un evento diffuso”, spiega una nota di piazza Fontana. Gli incontri si svolgeranno in tante chiese diverse della diocesi e i partecipanti “saranno uniti tra loro da un programma comune e dai canali social attraverso i quali ogni gruppo potrà condividere con l’altro l’esperienza”. Titolo dell’iniziativa, promossa dalla Fondazione oratori milanesi (Fom), sarà “Non io ma Dio”, una delle celebri frasi pronunciate nella sua breve vita da Carlo Acutis, l’adolescente milanese proclamato beato il 10 ottobre scorso. Gli adolescenti si ritroveranno nelle varie parrocchie intorno alle 21 e saranno a casa entro le 23, come previsto dell’ultimo Dpcm. Indosseranno le mascherine e in chiesa manterranno le distanze di sicurezza, seguendo lo stesso protocollo che vige per le messe. Pregheranno seguendo un testo comune e ascolteranno la testimonianza di un sacerdote, una religiosa o un laico delle proprie comunità.
In quattro parrocchie saranno anche presenti i vescovi ausiliari della diocesi: Franco Agnesi, Paolo Martinelli, Luca Raimondi, Giuseppe Vegezzi. Infine verrà proiettato un video in cui il vescovo ausiliare, mons. Paolo Martinelli, racconta ai ragazzi la figura di Carlo Acutis. “Avremmo dovuto trovarci tutti insieme, ma le norme lo impediscono – spiega don Stefano Guidi, direttore della Fom (nella foto) -. Abbiamo però voluto, pur accogliendo responsabilmente l’invito alla prudenza che viene dalle autorità, offrire un’opportunità ai ragazzi per vivere un momento spirituale, stando vicini a casa, nella propria parrocchia ma in comunione con tanti altri che in altri luoghi, nello stesso tempo, meditano sulle medesime parole”.

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