Consulta nazionale antiusura: Fiasco (sociologo), “le Fondazioni hanno creato un valore pubblico” a cui possono ispirarsi anche i “decisori” politici

Prima della pandemia, la Consulta antiusura, aveva “contato” circa 2 milioni di famiglie in sovraindebitamento (cioè debiti non rifondibili a condizioni ordinarie) e altre 5 milioni appena “soprasoglia”, cioè in equilibrio precario tra reddito disponibile e debiti “ordinari”. Sono alcuni dati emersi nell’Assemblea annuale della Consulta nazionale antiusura, in corso da ieri a Roma.
In 25 anni d’impegno, ricorda una nota, “le Fondazioni antiusura hanno dispiegato una dottrina, cioè un apostolato di grande competenza e efficacia, per contrastare la morsa dei debiti sulle persone e per restituire alle famiglie la sovranità sull’esistenza, per l’appunto minacciata dal credito aggressivo e usurario”. “Tale esempio, pur limitato ogni anno a ottomila famiglie – ha dichiarato Maurizio Fiasco, sociologo e consulente della Consulta, intervenendo oggi alla tavola rotonda durante l’Assemblea -, va fatto proprio dallo Stato, poiché le Fondazioni antiusura hanno creato un valore pubblico e, come tale, i decisori, se intendono davvero promuovere la ‘rinascenza’ dopo la pandemia, possono farlo proprio e porlo nell’agire programmato delle amministrazioni e dei servizi. Ho passato in rassegna, sforzandomi di individuarle, le fragilità che la crisi Covid-19 ha aggiunto alle precedenti vulnerabilità sociali: mentre ha esasperato queste ultime e ha fatto dilatare l’area della sofferenza per rischio povertà e per esclusione sociale da indebitamento senza ritorno. Alle fragilità accresciute di numero e di intensità fanno da contraltare i dualismi sociali ed economici che vengono rafforzati dalla crisi generale”.

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