Carlo Acutis: card. Vallini, “aveva il dono di attrarre e veniva percepito come un esempio”

“Un ragazzo normale, semplice, spontaneo, simpatico (basta guardare la sua fotografia)”, che “amava la natura e gli animali, giocava a calcio, aveva tanti amici suoi coetanei, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale, appassionato di informatica e da autodidatta costruiva programmi, come ha detto Papa Francesco, ‘per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza’”: così, oggi pomeriggio, il card. Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, ha tratteggiato la figura di Carlo Acutis, durante la celebrazione della sua beatificazione ad Assisi, nella basilica di San Francesco. E alla domanda su “che aveva di speciale questo ragazzo di appena quindici anni”, la risposta è che “aveva il dono di attrarre e veniva percepito come un esempio”.
“Fin da bambino – ce lo testimoniano i suoi familiari – sentiva il bisogno della fede e aveva lo sguardo rivolto a Gesù – ha ricordato il porporato -. L’amore per l’Eucarestia fondava e manteneva vivo il suo rapporto con Dio. Diceva spesso Carlo: ‘L’Eucarestia è la mia autostrada per il cielo’”. E, infatti, “ogni giorno partecipava alla S. Messa e rimaneva a lungo in adorazione davanti al SS. Sacramento. Carlo diceva: ‘Si va dritti in Paradiso se ci si accosta tutti i giorni all’Eucarestia!’”. Gesù, ha aggiunto, “era per lui amico, Maestro e Salvatore, era la forza della sua vita e lo scopo di tutto ciò che faceva. Era convinto che per amare le persone e fare loro del bene bisogna attingere l’energia dal Signore. E in questo spirito era molto devoto della Madonna”.

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