Serbia: un anno di proteste. La mamma di una vittima in sciopero della fame. Vasilev (giornalista), “gesto morale fortissimo”

(Foto Albena Kolchakova)

Oltre 140mila persone hanno partecipato alla manifestazione memoriale a Novi Sad a un anno della caduta della tettoia della stazione ferroviaria che ha tolto la vita a 16 persone. La manifestazione si è svolta il 1° novembre, seguita da altre iniziative di piazza. “La situazione è in movimento, gli studenti stanno cercando modi per sostenere le loro richieste”, racconta al Sir l’inviato speciale a Belgrado della televisione nazionale bulgara Boyko Vasilev. Il quale aggiunge che gli studenti intendono presentare una lista alle prossime elezioni “nella quale entreranno diverse persone della società civile, professionisti, docenti universitari, alcuni famosi altri meno”. Secondo il giornalista “si nota un entusiasmo fortissimo e rimane la fermezza nel chiedere le dimissioni del presidente Alexander Vucic, le elezioni preliminari legislative e il cambio del sistema”.

(Foto Albena Kolchakova)

Richieste che finora sono rimaste senza risposta da parte delle autorità che accusano i giovani di vandalismo e atti contro lo Stato. “Vucic non molla – chiosa Vasilev –, ha detto che avrebbe convocato le elezioni preliminari ma non si sa quando”. Un nuovo elemento nelle proteste è lo sciopero della fame iniziato il 1° novembre di Dijana Hrka (nella foto), madre di Stefan – una delle vittime dell’incidente”, spiega Kolchakova raccontando che “la donna si trova di fronte al Parlamento accanto all’accampamento dei sostenitori dei governanti”. “Lei compie un gesto morale fortissimo, che nasce da forza spirituale. Ma allo stesso tempo dal punto di vista del movimento di protesta è espressione di debolezza politica perché si ricorre a metodi estremi quando non hai più niente da fare”.

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