“Il Papa non è lo stesso del 2013, è una persona che invecchia, e lui ne è consapevole. Non può fare le stesse cose di prima”. Padre Arturo Sosa, superiore generale della Compagnia di Gesù’, ha risposto cosi alle domande dei giornalisti durante un incontro in corso presso la sede dell’Associazione Stampa Estera a Palazzo Grazioli. “Sulla salute del Papa so quello che voi mi dite, non ho nessun’altra informazione”, ha esordito il gesuita rivolgendosi ai presenti: “mentre il Santo Padre era ricoverato io ero fuori, ma ero in pace. Sapevo che non voleva morire e che avrebbe fatto tutto il possibile per curarsi. E poi ero sicuro che aveva tutti i mezzi appropriati per la cura della sua salute”. “Quando una persona è malata, deve obbedire al medico come si obbedisce al superiore”, ha argomentato Sosa, che più ha scherzato: “ma questa regola non vale per i Gesuiti: quando devono andare dal medico, bisogna portarceli”. Interpellato sulla possibilità di una riforma del papato “a vita”, Sosa ha risposto: “noi Gesuiti diciamo ‘ad vitalitatem’, cioè finché si è capaci di gesti di responsabilità che hanno bisogno di un’energia e di una normalità di lavoro”.