L’Italia è il paese in Europa con la percentuale più elevata di anziani sul totale della popolazione: il 21,4% di residenti è ultrasessantacinquenne e il 6,4% ultraottantenne. Al quadro demografico consegue una pressante richiesta preventiva, curativa e assistenziale, che può essere realizzata soltanto disponendo di medici preparati in geriatria e gerontologia e capaci di prendersi cura della popolazione che invecchia e dei pazienti anziani, spesso affetti da multipatologia e da declino fisico e cognitivo.
Di tutto questo si discuterà domani, venerdì 11 aprile, all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma al congresso “La geriatria al centro: sfide, integrazione e innovazione nel futuro del sistema sanitario” (Sala Italia, Centro Congressi Europa, ore 9). Il convegno unisce per la prima volta tre importanti società scientifiche: la Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), la Società italiana di geriatria ospedale e territorio (Sigot) e l’Associazione geriatri extraospedalieri (Age). L’incontro sarà aperto dai saluti, fra gli altri, di Dario Leosco, presidente della Sigg; Lorenzo Palleschi, presidente della Sigot; Giovanni Gelmini, presidente dell’Age; Lorenzo Cecchi, direttore della sede di Roma dell’Università Cattolica; mons. Andrea Manto, vicario episcopale per la pastorale della Salute della diocesi di Roma.
“Il convegno è un’ulteriore occasione per sottolineare l’impegno costante e in prima linea del nostro Policlinico Gemelli nella gestione della fragilità del paziente nella sua totalità”, afferma il geriatra Francesco Landi, direttore del Dipartimento Scienze dell’invecchiamento, ortopediche e reumatologiche del Policlinico Gemelli Irccs.
In Italia gli anziani vivono molti anni della loro vita con disabilità più che in altri paesi europei ma la pratica medica, soprattutto nel settore delle cure primarie, non si è adeguata ad affrontare i problemi legati all’invecchiamento della popolazione; le procedure tradizionali non sono sufficienti ad affrontare i problemi degli anziani e i molteplici bisogni che emergono man mano che le performance fisiche e mentali diminuiscono e che la speranza di vita si riduce per cui si sta di fatto ospedalizzando il paziente in fin di vita.
“L’obiettivo della geriatria – spiega Landi – è assicurare molti anni vissuti in salute e per far questo bisogna sapersi occupare sia degli anziani sani che di quelli già malati”. “L’appropriatezza delle cure – prosegue – prevedrà interventi riabilitativi e riattivativi’ negli anziani di successo, mentre la cura degli anziani fragili dovrà prevedere strategie terapeutiche che evitino prescrizioni non necessarie e insicure fino alle cure palliative; comunque in primo piano nel gol delle cure – conclude Landi – dovrà essere messa sempre la qualità della vita del paziente”.