Rigassificatore Vado Ligure: diocesi Savona, “va contro la riduzione dei gas serra”

“Il cambio di rotta per approdare all’ecologia integrale non è più rinviabile. L’inquietudine che le nostre comunità vivono per il rigassificatore ci interpella. Chiediamo una diversa prospettiva che tenga nella dovuta considerazione le paure e i dubbi delle persone. Non ci sottraiamo alla responsabilità di sostenere la cura del creato e il perseguimento del bene comune per arrivare ad una vera conversione ecologica”. È la posizione che l’Ufficio Pastorale per i Problemi Sociali, il Lavoro, la Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato della diocesi di Savona-Noli manifesta in un editoriale che comparirà sul prossimo numero del mensile Il Letimbro in merito al dibattito sul progetto del rigassificatore.
Dopo aver ricordato l’imminente uscita della nuova enciclica di papa Francesco sulla questione ambientale (aggiornamento della “Laudato si”), l’articolo, approvato dal vescovo Calogero Marino, entra nel vivo della problematica locale: “Com’era prevedibile l’avvio dell’iter ha provocato prese di posizione fortemente critiche sulla scelta di collocare la nave ad una distanza così ridotta dalla costa, in un tratto di mare di per sé già molto trafficato, vicino alla zona protetta del Santuario dei Cetacei. Anche le opere a terra collegate comporterebbero limitazioni in una zona a forte vocazione agricola”. L’ufficio diocesano osserva che “le obiezioni sollevate sull’operazione rigassificatore basate sui rischi paiono fondate ma sono contestate anche sulla base dell’asserzione che così si metterebbe a rischio la politica di diversificazione dei fornitori di approvvigionamento di gas. È pur vero che le forniture dalla Russia sono scese in due anni dal 40% al 4%, sostituite in buona parte dall’Algeria. Le nostre principali perplessità riguardo al progetto sono in ordine agli obiettivi di transizione ecologica ed energetica che l’Unione Europea dovrà conseguire a breve”. “Un impegno ventennale per il rigassificatore Golar Tundra (3 anni a Piombino, 17 a Savona/Vado) con una capacità massima di 5 miliardi di metri cubi di gas annui è in contraddizione con gli obiettivi UE 2030 di ridurre del 55% le emissioni nette di gas ad effetto serra – conclude l’editoriale – Per raggiungerli è perciò indispensabile incrementare la produzione e l’impiego di energie da fonti rinnovabili a scapito di quelle di origine fossile. La tendenziale diminuzione dei consumi fossili verificatasi negli ultimi mesi e dovuta anche a fattori strutturali, compresa l’accelerazione al ricorso di fonti rinnovabili, indica che siamo sulla strada giusta. Invece il rigassificatore andrebbe in direzione opposta”.

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