Venezia e allarme Unesco: Colovini (esperto), “salvaguardia è anche tutelare lo sviluppo di attività economiche diverse dal turismo per una città attrattiva e moderna”

Foto ANSA/SIR

L’Unesco chiede di inserire Venezia nella danger list, ossia nella lista dei patrimoni dell’umanità a rischio, ma per Lorenzo Colovini “il concetto di salvaguardia non può che essere declinato olisticamente, tutelando anche le opportunità di sviluppo delle attività economiche antagoniste al turismo, e quindi le prospettive di vita e di attrattività del luogo”. In un’intervista al Sir l’esperto, ingegnere e redattore della testata online Luminosi Giorni, che da anni si occupa dei problemi della città, spiega: “Venezia non è solo pietre e palazzi; è una città viva e pulsante per la quale occorre creare un modello integrato di sviluppo sostenibile”. Tre le criticità rilevate dall’Unesco: l’emergenza climatico/ambientale, l’eccessivo attivismo urbanistico e il turismo di massa. Sul primo punto Colovini richiama il Mose, le opere di protezione di piazza San Marco, lo stop del passaggio delle grandi navi, ritenuti “non sufficienti” dall’Unesco e ricorda “il Protocollo fanghi” e il Piano morfologico della laguna. “Ho l’impressione – dice – che l’Unesco non sia informata sugli sforzi in atto per avere una laguna protetta e al tempo stesso capace di convivere con un’attività portuale che è parte integrante della storia della città, oltre ad essere ‘una ricetta pro-biotica’ contro la monocultura turistica”.
Contro il turismo di massa che soffoca la città, Colovini indica come primo antidoto “la limitazione dei posti letto (oggi nella città storica i posti letto, tra alberghi e locazioni private, sono pari al numero dei residenti: una follia). E va agito sulla leva delle limitazioni alle locazioni turistiche che oltretutto deprivano la città di appartamenti per residenti”. La seconda leva è “inserire elementi ‘pro-biotici’ che contrastino la monocultura turistica. Tra questi il progetto di raddoppiare la popolazione universitaria e creare alloggi dedicati ristrutturando strutture dismesse”. Interessante è anche VenyWhere, un’altra iniziativa lanciata dalle università. “Occorre insomma attirare cervelli e futuri lavoratori offrendo loro trasporti funzionali e servizi degni di una città attrattiva e moderna”, conclude l’esperto.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa