Papa in Portogallo: Capeloa Gil, “ci sta a cuore il lavoro con i migranti e i rifugiati”

“Siamo Università ‘in uscita’ con molti professori internazionali e il 25% degli studenti che provengono da 108 Paesi diversi”. È la fotografia dell’Università cattolica portoghese scattata dalla rettrice, Isabel Capeloa Gil, nel suo saluto al Papa, appena arrivato e accolto dai canti per il suo primo incontro con i giovani, all’inizio della seconda giornata in Portogallo. “In particolare ci sta a cuore il lavoro con i giovani in situazione di fragilità sociale ed economica, migranti e rifugiati, sostenuti nell’ambito del Fondo Papa Francesco”, ha sottolineato la rettrice, ricordando che “per definizione, l’università è uno spazio di ricerca, di dialogo e di accoglienza”: “Davanti a realtà segnate dall’esclusione e dalla disuguaglianza, in un’epoca di incertezza, l’università si leva come custode della speranza, il che significa promuovere la capacità di sognare, aiutare a discernere, ascoltare le voci che ci circondano, ascoltare il tempo e intervenire in esso, difendere la dignità delle donne e degli uomini e credere alla loro capacità di trasformazione”. “Nella nostra attività si coniugano la ricerca della conoscenza per migliorare la condizione umana, il discernimento etico che guida la possibilità di selezionare e agire, la cura della bellezza e del gesto estetico che è pure ricerca del senso nel mondo”, ha spiegato la rettrice: “Oltre ai laboratori e alle aule, l’università organizza la sua attività anche attorno a due gallerie d’arte – a Lisbona –, perché il linguaggio artistico è uno strumento fondamentale per capire la realtà che ci circonda”. “L’università non esiste per preservarsi come istituzione, ma per rispondere con coraggio alle sfide del presente e del futuro”, ha concluso la rettrice citando il nuovo Campus dell’ateneo, la cui prima pietra viene benedetta oggi dal Papa. Poi le testimonianze dei giovani e il discorso del Papa.

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